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"Mangia, Prega, Ama"! Ma con meno grassi o più carboidrati?

Meglio consumare meno carboidrati e più proteine? Oppure, più proteine e meno grassi? Nel film "Mangia, Prega, Ama", di Ryan Murphy, “Pane, amore e carboidrati” è la frase che Elizabeth (Julia Roberts) pronuncia mentre addenta la pizza.

"Mangia, Prega, Ama"! Ma con meno grassi o più carboidrati?

Julia Roberts, mentre addenta la pizza, nel film Mangia, Prega, Ama"

Il Cupido di questa storia d’amore ha un alleato nelle evidenze, le quali attribuiscono ai carboidrati un ruolo centrale nell’alimentazione. Non mancano, tuttavia, studi che indagano se l’amore per i carboidrati sia da ridimensionare.

“Non c'è nulla di più innaturale dell'ovvio”, sosteneva Arthur Conan Doyle. Ed, a volte, anche nella ricerca scientifica si corre il rischio che il paradigma dominante si trasformi nell’ovvio, se non fosse per l’antidoto costituito da quelle ricerche che mirano a confutarlo.  E’ questo il caso dei risultati dello studio “PURE” (The Prospective Urban Rural Epidemiology), pubblicato sul Lancet a novembre dell’anno scorso, i quali mettono in discussione l’attuale paradigma circa la composizione ottimale dei macronutrienti della dieta [1]. Tale paradigma stabilisce quale migliore rapporto tra calorie giornaliere di grassi, carboidrati e proteine quello di: 60% calorie  derivanti da carboidrati (soprattutto complessi), 25% da grassi e 15% da proteine [2]. I punti di forza dello studio PURE sono diversi. Intanto, la scelta di pubblicarlo su una prestigiosa rivista scientifica con stringenti regole di referaggio ed un elevato impatto sulla comunità scientifica, quale è il Lancet. Inoltre, la pregiata tipologia epidemiologica dello studio PURE, qual è lo studio prospettico di coorte. Studio epidemiologico nel quale “si seleziona una popolazione sana e si valuta l’incidenza di malattia in funzione dell’esposizione a un fattore di rischio” [3]. Studi costosi sotto il profilo economico, ma con il vantaggio di poter misurare l’incidenza e “di valutare effetti multipli di un unico fattore di rischio e di studiare fattori di rischio rari” [3]. Ebbene in questo lavoro, gli Autori hanno trovato un'associazione inversa tra l'assunzione di acido grasso monoinsaturo e la mortalità totale. Associazione inversa è il rapporto stretto tra l’aumento del fattore di esposizione e la riduzione della malattia, o viceversa. Nel caso di PURE, all’aumentare del consumo di grasso monoinsaturo, diminuiva il rischio di mortalità generale. Coerentemente con i risultati di PURE, altri due precedenti e ampi studi di coorte, il “Health Professionals Follow up” e il “Nurses’ Health Study”, hanno trovato una mortalità totale più bassa con un più elevato apporto di acidi grassi monoinsaturi [4]. Inoltre, i risultati di PURE sono coerenti con studi randomizzati sulla dieta mediterranea, i quali hanno mostrato un rischio ridotto di mortalità totale e malattie cardiovascolari tra coloro che consumano quantità maggiori di olio d'oliva e noci [5].

Fin qua tutto bene e tutto all’interno dell’attuale paradigma dominante della prevalenza di carboidrati su grassi e proteine, quale migliore modello alimentare per la salute e per la prevenzione delle malattie cronico-degenerative. La vera novità dei risultati emersi dallo studio PURE consiste nell’aver trovato che la mortalità totale è associata ad un elevato consumo di carboidrati, ma si riduce con un aumento dei grassi nella dieta. In epidemiologia, questa evidenza viene tradotta con l’espressione: vi è un’associazione lineare tra consumo di carboidrati e mortalità totale ed un’associazione  inversa tra assunzione di grassi e la stessa mortalità. Tuttavia, l’epidemiologia nutrizionale, vale a dire la ricerca epidemiologica in campo nutrizionale è parecchio complicata. Intanto, lo studio PURE si basa solo su questionari di frequenza alimentare, che sebbene validati, restano pur sempre autoriferiti dai partecipanti alla ricerca. E questo è uno dei limiti principali. Per superare questo ostacolo, ad esempio, lo studio EPIC (European Prospective. Investigation Into Cancer and Nutrition), coordinato dall'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), e che ha coinvolto una coorte di 520.000 persone provenienti da 10 Paesi europei (Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Italia, Olanda, Norvegia, Spagna, Svezia e Regno Unito), unisce alla rilevazione delle abitudini alimentari anche le analisi del sangue dei partecipanti [6]. Tradotto in linguaggio comune: tu puoi raccontare ciò che vuoi con il questionario, ma le analisi del sangue non mentono. EPIC ha, quindi, lo scopo di indagare i rapporti tra dieta, fattori ambientali e stili di vita, con l'incidenza di cancro e di altre malattie croniche.

Come abbiamo accennato, EPIC associa due strumenti di indagine alimentare: il questionario alimentare sulla dieta abituale compilato da tutti i 521.000 partecipanti ed un’intervista delle 24 ore in un campione (7%) della coorte EPIC (38.000). E’ un questionario molto dettagliato (comprende oltre 3000 alimenti e 700 ricette per paese) [7].
Inoltre, ed è questo il punto di forza di EPIC, associa i dati provenienti dai questionari e dalle interviste con i parametri dei campioni di sangue prelevati ai partecipanti. Ebbene, se volessimo generalizzare i risultati di PRE saremmo indotti a ipotizzare che l’aumento dei grassi saturi nella dieta potrebbe avere un effetto protettivo per la salute, ma ciò non è. Da EPIC emerge, ad esempio, come un’elevata assunzione di grassi saturi con l’alimentazione è associata ad un rischio aumentato di cancro alla mammella, in particolare per il sottotipo positivo ai recettori  [8]. Riassumendo, lo studio PURE ha molti punti di forza, ma anche importanti limiti rispetto ad altri studi epidemiologici nutrizionali come quello di EPIC. Tuttavia, i risultati di PURE serviranno a indagare meglio la ripartizione percentuale tra i macronutrienti alimentari (carboidrati, grassi e proteine) in rapporto alla salute e alla prevenzione delle patologie. Questo è tanto importante per la ricerca epidemiologica nutrizionale, perché il rischio è quello di trasformare un paradigma dominante in un “mito”, qualora il primo non venga mai messo in discussione.


Bibliografia

1 . Dehghan M, Mente A, Zhang X, et al. Associations of fats and carbohydrate intake with cardiovascular disease and mortality in 18 countries from five continents (PURE): a prospective cohort study. Lancet. 2017 Nov 4;390(10107):2050-2062.

2 . Schwingshackl L, Hoffmann G. Diet quality as assessed by the Healthy Eating Index, the Alternate Healthy Eating Index, the Dietary Approaches to Stop Hypertension score, and health outcomes: a systematic review and meta-analysis of cohort studies. J Acad Nutr Diet. 2015 May;115(5):780-800.e5. 

3 . Lopalco/Tozzi. EPIDEMIOLOGIA FACILE. La relazione causa-effetto (disponibile al sito www.uniba.it)

4 .    Wang DD, Li Y, Chiuve SE, et al. Association of specific dietary fats with total and cause-specific mortality. JAMA Intern Med 2016; 176: 1134–45.

5 .    Guasch-Ferre M, Babio N, Martinez-Gonzalez MA, et al. Dietary fat intake and risk of cardiovascular disease and all-cause mortality in a population at high risk of cardiovascular disease. Am J Clin Nutr 2015; 102: 1563–73.

6 . International Agency for Research on Cancer. European Prospective. Investigation Into Cancer and Nutrition. (disponibile all’indirizzo: http://epic.iarc.fr/)

7 . Sabina Sieri. Unità di Epidemiologia e Prevenzione. Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori. Riunione Nazionale SINU: “Nutrizione: Perimetri & Orizzonti”. Roma, 20-21 Ottobre 2014. (disponibile all’indirizzo: www.sinu.it)

8 . Sieri S, Chiodini P, Agnoli C, et al. Dietary fat intake and development of specific breast cancer subtypes. J Natl Cancer Inst. 2014 Apr 9;106(5).

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F. Michele Panunzio

F. Michele Panunzio

La prevenzione nutrizionale è la più potente medicina, ma non ama la solitudine. Ancelle le sono tutte le altre discipline mediche. Si accontenta di stare in disparte, ma in cuor suo sa di essere la padrona di casa per accogliere tutti. Non è esclusiva, né ha la puzza sotto il naso. Amo la prevenzione nutrizionale, fu amore a prima vista. Scelsi di fare il medico-igienista, ma anche di laurearmi in nutrizione umana, connubio perfetto per la mia professione. La collettività e l’individuo, il gruppo ed il singolo, i sani ed i malati, la prevenzione nutrizionale è per tutti ed è per sempre. Rispondo alle vostre domande, inviatele a: redazione@ilmattinodifoggia.it

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