LUPO ALBERTO
06.02.2013 - 23:03
Una foto (di Tommaso Palermo) storica del "Triangolo" urbano di Foggia
Verso la fine degli anni 60 e durante tutti gli anni 70, a Foggia si andò sviluppando una zona che sarebbe diventata importante, al centro dello sviluppo urbano cittadino e che avrebbe ospitato quello che rappresentava allora il ceto medio foggiano: stiamo parlando dell’area che si sviluppò lungo l’arteria di viale Michelangelo e viale Primo Maggio. Alla fine degli anni 70 fu prevista, lungo questo vialone, una piazza dedicata a Padre Pio e destinata al momento ludico di mamme e bambini e al riposo sano e tranquillo di anziani. Con il tempo questa piazza è diventata oggetto di divertimento notturno di tanti ragazzi che consumano spuntini e bevande e che hanno contribuito ultimamente, complice anche la nota situazione della raccolta dell’immondizia, a trasformare questo polmone verde in una vera e propria discarica a cielo aperto.
Gli unici bambini che oggi frequentano questa piazza sono gli scolari che, accompagnati dai propri insegnanti, svolgono lezioni di educazione civica all’aperto raccogliendo i rifiuti e contribuendo a salvare un minimo di decoro.
Eppure negli anni 70 questa, che non era una piazza, veniva presa d’assalto dai ragazzini che si sfrenavano a correre sotto e sopra con una palla al piede. Era un campetto molto noto nella zona che veniva chiamato “Triangolo” a causa della forma non proprio rettangolare del campo di giuoco e la mattina della domenica era affollatissimo di piccoli calciatori che giocavano e di adulti che trascorrevano il proprio tempo intorno al campo e che magari tifavano per il proprio figlio, il proprio nipotino sperando di poterlo vedere un giorno su un campo vero, con le porte vere e non con quelle realizzate con dei semplici massi a delimitare solo ed esclusivamente la linea della porta (ved. foto).
Tanti osservatori di squadre cittadine come Renzo Maiorano o Vittorio Eronia facevano ogni tanto una capatina al triangolo, dove si svolgevano tantissimi tornei amatoriali, cercando di scovare tra tanti brocchi come me, qualche campioncino in erba che avrebbe potuto intraprendere una eventuale carriera.
Di lì forse qualcuno è emerso ed è arrivato a giocare anche nel Foggia, massima aspirazione di tutti i ragazzi di allora, mentre in tanti siamo rimasti al palo ma in quella piazza polverosa sono rimasti le tante speranze, i ricordi di una vita sana e serena e lì sono nate tantissime amicizie che sono rimaste ben salde e sincere.
Quella statua, quelle panchine, quegli alberi, quelle aiuole dovevano cambiare il corso della vita degli adolescenti mentre l’incuria, la maleducazione, la vita senza valori e il disprezzo della cosa comune hanno preso il conseguente sopravvento.
Ma a qualcuno di questi ragazzi che vivono la piazza di notte, non sarebbe il caso che qualcuno spiegasse che cosa è stato per noi il famoso “triangolo”?
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