Controverso
07.12.2014 - 13:45
Quando questo articolo sarà on line, avremo già dimenticato le tante dichiarazioni, pillole di saggezza, accuse non propriamente velate a chicchessia sull'indagine "qualità della vita" pubblicata qualche giorno fa da Il Sole 24 ore.
Foggia ancora giù, sempre più giù, attenzione però parliamo di provincia non solo del capoluogo, fino alla terzultima posizione.
Speravo che con la finta abolizione delle province (intendendole come sistemi amministrativi e non geografici) ci saremmo salvati. Ed invece no. Per capire dove si sta bene e si vive meglio il termine provincia ha ancora un senso, o almeno è un parametro, un indicatore, ma per la BAT proprio no dato che, sulla mappa interattiva con cui mi sono divertita a giocare, Barletta-Andria-Trani sono evaporate.
105 Foggia, è vero, ma sarebbe il caso di ricordare che Taranto si piazza sul numero 103, Lecce 100. Le due cifre sono per Bari, 91 e Brindisi 86. Quindi, potremmo dire, che la Puglia non fa poi una gran bella figura. Non voglio però avventurarmi in analisi qualunquiste.
Voglio tornare a Foggia, anche perché la massima "mal comune mezzo gaudio" proprio non mi appartiene. E torno senza voler dimenticare che solo qualche settimana fa Foggia è stata dichiarata la città del pizzo. Allora punto il mouse su uno specifico indicatore. Ordine pubblico. I dati riportati sono per 100.000 abitanti, ma in provincia di Foggia viviamo in 622.253, e quindi per avere il dato esatto bisognerà moltiplicare almeno per 6. Facciamolo insieme. Allora, i numeri, "valori" dell'indagine: scippi e borseggi, 594; furti in appartamento, 1674; rapine, 516; estorsioni, 144; truffe e frodi informatiche, 1320. Adesso si che riconosco quel "punti 340" mentre complessivamente, calcolando cioè gli altri indicatori (tenore di vita, servizi e ambiente, affari e lavoro, popolazione, tempo libero), per raggiungere la posizione 105 di punti ce ne sono stati riconosciuti 429.
Ma adesso basta con i numeri. Non è mia intenzione valutare questo o quello o, peggio ancora, puntare il dito. In queste ultime settimane si registra, almeno stando alla cronaca, una sorta di rigurgito contro la malavita ed il malaffare. Riunioni, vertici, arriverà il Ministro dell'Interno, sono già passati da queste parti i commissari dell'Antimafia, ci sono e ci saranno altre costituzioni di parte civile da parte di Camera di Commercio e Comune di Foggia, nei processi al racket, fiaccolate, piantine di fiori, musica quella vera, contro i suoni ottusi delle bombe carta. Forse anche la nascita di un presidio permanente contro la criminalità.
Credo, però, che sia necessario guardare anche diversamente alla possibilità di arginare il fenomeno criminale che, almeno per la città di Foggia, non è una novità. Una strategia complessiva, non un inseguire gli eventi, gli avvenimenti.
Pensate, in una città come Trento, seconda quest'anno nella classifica per qualità della vita, scalzata solo da Ravenna, si sta sviluppando un interessante progetto: www.esecurity.trento.it per chi è curioso. Tornano subito due paroline, note ai più ma con scarso appeal per la nostra terra: "Smart city".
Cos'è esecurity Trento? Un sistema informativo geo riferito, in via di realizzazione, applicabile in ogni realtà locale che ha lo scopo di migliorare, in ambito urbano, le attività di gestione della sicurezza urbana e della prevenzione della criminalità. E' un sistema che aiuta a comprendere, prevedere, valutare, anticipare reati, insicurezza dei cittadini, disordine della città, con riferimento allo spazio e al tempo. Sono quattro i flussi di dati che confluiscono nella banca dati: 1) sui reati denunciati geo riferiti per capire dove va la criminalità (tra passato e futuro); 2) sulla vittimizzazione, sicurezza oggettiva e soggettiva e percezione del disordine; 3) sul degrado urbano fisico e sociale (dai graffiti sui muri alla prostituzione); 4) sulle variabili socio-demografiche-economiche, urbano-ambientali, territoriali specifiche (dalle automobili parcheggiate al numero di banche). In altri termini a Trento la città si fa intelligente per abbattere il rischio criminale.
E da noi? Le intelligenze certo non scarseggiano ma, forse, ci siamo un po' abituati a vivere così, nel rischio, nella precarietà, nell'omertà. Per poi lamentarci. Sul sito c'è anche la sezione "contatti". Qualcuno che voglia capirci qualcosa in più? Una buona pratica può essere anche copiata, senza vergogna!
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