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Controverso

Foggia, "cosa nostra" o "cosa vostra"?

Cosa dire del pasticciaccio brutto dell'assenza del Ministro Alfano? E dello scarso clamore che ha accompagnato l'arrivo del nuovo Arcivescovo e del nuovo Prefetto? Ora che è Natale, io un regalo lo vorrei...

Foggia centro

Combattere la corruzione come se fosse "cosa nostra". Lo dice il Procuratore Nazionale Antimafia. Ma nostra di chi? Non è per tirarci fuori, in questo momento credo di interpretare il sentire di quelle migliaia di cittadini della nostra terra che sono ligie ad ogni dovere e che giustamente esercitano il diritto di informarsi per tentare di conoscere il "nemico" corrotto e/o corruttore, ma è per dire che finché si affronterà il tema come qualcosa di astratto, forse anche con modalità qualunquiste, ed il qualunquista non è certo il Procuratore, non ne verremo fuori.
‏Il centro studi di Confindustria stima importanti perdite di PIL a causa della corruzione. 300 miliardi bruciati in 20 anni. Non possiamo più affrontare il tema così e forse, anzi certo, non bastano le misure del nuovo disegno di legge anti corruzione.
‏In questi ultimi mesi, nella nostra provincia, nella nostra città, si è parlato tanto, forse troppo, di antiracket, anti usura, antimafia. Ne abbiamo parlato, ho partecipato anch'io a quelle discussioni, ho letto un profluvio di dichiarazioni quando si è proceduto all'arresto di questo o quello, una sorta di appropriazione indebita del lavoro svolto dalle forze dell'ordine, anche con la regia di qualche magistrato che, e' bene ricordarlo, svolge il suo lavoro, solo il suo lavoro, seppur tra tante difficoltà. E di questo bisogna dare il giusto riconoscimento al Procuratore, De Castris. L'anti, di qualunque "anti" si parli, sembra quasi, fatemelo dire, una sorta di dress code.  Certo e' in corso una sorta di "sommossa" civile che, forse, potrebbe avere un'eco più assordante se usasse anche meno parole.  Quando delle cose se ne parla troppo, sembra quasi l'esercizio di uno stile, una sorta di nenia ripetuta alla noia che, passando il tempo, rischia di addormentare le coscienze.
‏Lo scarso clamore con il quale il nuovo Arcivescovo, Mons. Pelvi e' giunto in città, ha pensato bene di onorare la Madonna dell'Incoronata prima di consegnarsi in Cattedrale alle autorità, ma soprattutto ai fedeli cittadini, dovrebbe far riflettere.  Poche righe hanno accompagnato la nomina del nuovo Prefetto, un'altra donna, ed anche questo sembra un segnale da interpretare, che giungerà da quel di Crotone. E' al suo secondo incarico da Prefetto e certo non le sono state risparmiate terre scomode.
‏Non sobrietà ed eleganza ma silenzio assordante, l'assenza in città del Ministro Alfano. Che pasticcio quell'agenda tra impegni europei e difficili periferie da far sentire meno periferiche.
‏Ma, fra qualche giorno e' Natale, e questa si è anche cosa nostra. Chi di noi non pensa al regalo che vorrebbe ricevere! Io ne ho qualcuno, e spero di non dover attendere anni per scartalo, ma forse so di chiedere troppo. Vorrei che venisse smentito Giovanni Falcone e che quindi l'impegno dello Stato nella lotta alla criminalità organizzata non fosse emotivo, episodico e fluttuante. "Motivato solo dall'impressione suscitata da un dato crimine o dall'effetto che una particolare iniziativa governativa può suscitare sull'opinione pubblica". Vorrei che tutti i ragazzi facessero proprie queste parole di Paolo Borsellino "se la gioventù le negherà l'accesso, anche l'onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo". Vorrei che, come ha detto Giovanni Falcone, tutti tengano a mente che "chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e cammina a testa alta muore una volta sola". Vorrei che tutti comprendessero fino in fondo quel che ha detto Malcom X "Nessuno può darti la libertà. Nessuno può darti l'uguaglianza o la giustizia o qualsiasi altra cosa. Se sei un uomo, te le prendi". Vorrei che tutti sapessero qual è la qualità più bella di un rivoluzionario, ricordando quel che diceva Che Guevara "siate sempre capaci di sentire nel più profondo qualsiasi ingiustizia, commessa contro chiunque, in qualsiasi parte del mondo". Sono paziente, saprò aspettare che mi si consegnino questi regali

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Daniela Eronia

Daniela Eronia

Di me hanno detto che sono stata una giornalista molto scomoda, poi un'imprenditrice troppo intraprendente. È così: quando una donna si dedica con passione alla città che ama, per renderla migliore, finisce con il creare inquietudini. Per aggiungerne qualcuna in più, torno a scrivere, nel solito mondo. A volte sarà irriverente, altre dissacrante. Sicuramente "controverso". Comunque, se vi fa piacere deciderete voi.

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