I pensieri dell'Altrove
28.12.2014 - 10:52
Caro anno nuovo, non vedo l'ora di trovarmi già spinta dentro la tua data. Ma mica perché devo cambiare la vita o perché vincerò un nobel per la letteratura, no, molto più banalmente perché senza le trombette, e le stelle filanti, e i "pè pè pè rè pè" brasileiri con la samba azzoppata da gambe traballanti e la "zazueira" affogata in aliti da spumanti mediocri offerti sul menù alla voce 'champagne una bottiglia per tavolo', ecco, io sarei contenta, di più. La notte che ti festeggia è quella che in assoluto molti detestano (lo so perché fra noi ce lo diciamo. Sottovoce, ma ce lo diciamo). Molti in quelle ore di attesa frastornanti si ammalano, le signore perché indossano abiti che sono inadeguati per le temperature esterne, la maggior parte presenta il classico cerchio alla testa del giorno dopo, mal di gola e, cosa assai diffusa, solo se il pesce è veramente fresco ti salvi da una nausea o da un fastidioso mal di pancia che ti complicano l'espletazione dei riti di auguri e visite del primo dell'anno. E poi si piange, il passo successivo al brindisi è riservato alle vittime (tutti) dei ricordi, delle mancanze, delle assenze, dei vituperati 'bilanci'. Le cose sono come sono, non come le pensiamo o come le avremmo volute. Ma si piange, perché sembra che negli abbracci e negli auguri di mezzanotte si mescolino sentimenti incontrollati di dispiaceri, frustrazioni, pentimenti, rimpianti, delusioni, promesse, ma più di tutto secondo me prevale un inconsapevole ma oggettivo dato: l'orologio va avanti, i giorni si sommano, il tempo è certo solo per quello che è passato o ci è passato addosso. E questo è un fatto che sfuggendo al nostro controllo fa sentire vecchi e disarmati dinanzi al nuovo sconosciuto. Così, quell'accordo sociale di riservatezza che regola i rapporti convenzionali in quella notte sviene di fronte all'ottimismo di maniera e ad una esuberanza non convinta, imbellita prudentemente con tutti prodotti water proof... Io non faccio auguri, non interverranno in alcun modo nell'esercizio universale delle cose. Io dico che, come nell'anno andato, io ci sarò. Per chi mi è intorno, per chi mi vuol bene, per chi mi cerca. Io ci sarò, per ascoltare ed abbracciare, per rinnovare promesse di sentimenti veri, per stringere forte le mani e per chiedere di stringermele. Ecco, questi gli Auguri più efficaci e concreti che voglio fare. Buona vita.
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