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I pensieri dell'Altrove

A certi uomini manca solo la parola

Abbraccio parole

A certi uomini manca solo la parola. Nel senso che lavorano, producono, sono brave persone, si rinnovano, ma il vero cambiamento sarebbe quello se potessero cominciare a non avere paura delle parole. La comunicazione può essere stentata, noiosa, vivace, ma servono le parole per tradurre un'idea in una esposizione, un disagio in una richiesta, un dolore in una poesia, una intenzione che si arrende in una preghiera. I gesti, soprattutto quelli ripetuti ordinariamente e periodicamente producono familiarità, le parole quando diventano nude e piene fra chi le dice e chi le riceve si trasformano in intensa intimità. Certi uomini usano poche parole perché pensano sia un regalo che Dio ha voluto fare solo alle femmine, ma pensano sia un regalo di seconda scelta poiché, prima e sempre, per certi uomini ci sono i fatti. Ma i fatti senza le parole sono concessioni parziali alla realtà, amputate di descrizione, personalità ed emozioni. Poi, e meno male, ci sono quegli uomini che invece amano le parole, che le usano senza il limite dell'urto respingente del silenzio ottuso e questi sono i più predisposti al dialogo profondo, hanno maggiore assorbenza per l'ascolto, sanno raccontare, hanno la pazienza senza scadenze temporali, si fanno toccare dalle curve della voce. Gli uomini che si circondano di parole sono però, secondo me, i maschi più spaventati, sono quelli che affondano la penna nel sangue e tirano fuori anatomie di insicurezze inaspettate, cercano costanti consolazioni, approvazioni, sono come bambini in cerca di un palcoscenico dove esibiscono impudicamente in uguale misura narcisismo e talento, disobbedienze e sorprese. Bisogni impellenti e coraggio debole. Arterie potenti in corpi fragili. Pretese di cure senza cedimenti. Celebrazioni compiacenti per dare giochi all'infanzia. Ricerca di protezione, a metà fra le braccia instancabili di una madre e le gambe accoglienti di una amante. Ma, in generale, chi sa amare le parole immagina le giornate guidate dalla mano dell'incontro, si prende il tempo per pensarle e non si fa mancare il tempo per averne paura, perché le parole sono l'espressione più severa e cruda anche del 'nostro ' tempo interiore. A certi uomini manca solo la parola, ma quando ce l'hanno sono capaci di avvicinarsi e diventare molto simili alle anime delle femmine. Ma questo, però, loro ancora non lo sanno. 

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Mariantonietta Ippolito

Mariantonietta Ippolito

Il pensiero è la forma più inviolabile e libera che un individuo possa avere. Il pensiero è espressione di verità, di crudezza, di amore. Quando il pensiero diventa parola il rischio della contaminazione della sua autenticità è alto. La scrittura, invece, lo assottiglia, ma non lo violenta. Io amo la scrittura, quella asciutta, un po’ spigolosa, quella che va per sottrazioni e non per addizioni. Quella che mi rappresenta e mi assomiglia, quella che proverò a proporre qui. Dal mondo di “Kabul” al vasto mondo dei pensieri dell’”altrove”.

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