LUPO ALBERTO
02.11.2012 - 09:38
Il mitico Foggia in serie A
Seguo il Foggia ormai da oltre 40 anni e ho attraversato tutti i momenti belli e i tanti momenti bui che tutto questo tempo mi ha regalato. Intorno a me tanti tifosi, tanti ex ragazzi che hanno ancora continuato a palpitare per le vicende rossonere, ieri come oggi. Noi fortunati, magari non per la nostra età matura, abbiamo visto i titoloni dei quotidiani sportivi nazionali, abbiamo visto la nostra squadra calpestare i campi più prestigiosi della nazione, abbiamo visto la serie A, ma non solo quella spesso ricordata di Zeman e di Signori, ma anche quella di Toneatto, Maestrelli, Puricelli, Pirazzini e Bordon. Abbiamo trepidato e gioito sui tavoloni della curva, addirittura su quelli della gradinata, quelli che oscillavano paurosamente ad ogni gol rossonero. Poi pian piano il calcio è cambiato, la gente ha cominciato a restare in casa per sedersi in poltrona, il Foggia ha via via lasciato i titoloni e gli onori della cronaca, i guadagni delle società si sono ridotti al lumicino al punto che noi ex ragazzi degli anni 70/80 abbiamo cominciato a documentarci anche sui fallimenti, sulle fidejussioni e a sperare in cordate di imprenditori cominciando a vivere giornate intense anche d’estate, non per vicende riguardanti il calciomercato, ma per conoscere la possibilità di disputare o meno il campionato successivo. Abbiamo umilmente accettato di scendere tra i dilettanti, abbiamo imparato anche a convivere con i problemi di uno stadio non a norma, proprio noi che ricordavamo quei tavoloni traballanti. Ma di certo anche oggi, grazie alla passione per la nostra squadra, riusciamo ancora a vivere quelle emozioni che non hanno età e non sono legate alla categoria, continuiamo a tornare a casa senza voce, esultiamo per un gol di Giglio esattamente nella stesso modo con cui lo facevamo con Bresciani che segnava alla Juventus. Siamo tutti consapevoli che la Juventus non è il Matera o la Battipagliese, ma noi ex ragazzi abbiamo ancora voglia di cacciare quell’urlo liberatorio della domenica, nella convinta consapevolezza che a Foggia si vive ancora di pane e pallone!
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