08.08.2015 - 11:47
Le parole sono nuvole gravide di suggestioni, basta un fulmine per scatenare disastrosi temporali di emozioni. Chi è deputato a governare l'iperuranio delle istituzioni è pagato per saperlo e ad addestrarsi per farne opportunamente uso. L'esercizio dialettico non riesce, invece, al Questore levantino, il napoletano Antonio De Iesu, che nel maldestro, seppur genuino, tentativo di scoraggiare la presenza dei tifosi foggiani al San Nicola per il derby col Bari li pregiudica come criminali, marchiando di disonore, alla rinfusa, come si fa con le mandrie selvagge, i cittadini di Foggia e dell'intera provincia. A tanto non avrebbe osato arrivare neppure un barese, nell'intelligente consapevolezza di aver avuto già ragione, non solo in questi ultimi 18 anni che ci separano dai campi di calcio, dei derbies vinti a tavolino per aggiudicarsi le postazioni di comando della Capitanata: dall'Università agli Ospedali Riuniti; per finire, con l'AMIU, al governo della filiera economica più redditizia, quella dei rifiuti. Nel silenzio e con la complicità, questi si criminali, dei politici e amministratori foggiani, tifosi più dei loro tornaconti che della supremazia della loro terra. Una terra che ha avuto opportunità di crescita proprio quando, paradossalmente, a tenere il timone della politica erano gli Aldo Moro, i Rino Formica, i Michele Di Giesi, candidati al Parlamento nel collegio unico Bari-Foggia e, quindi, per raccogliere consensi, munificatori di opere pubbliche, presidi economici ed occupazionali anche in terra di Capitanata che, significativamente, conosce il declino con la morte di Vincenzo Russo, epigono di quella genia politica barese.
Se oggi, Signor Questore, Lei può permettersi di bisticciare con le parole definendoci criminali è grazie all'evanescenza della nostra attuale classe politica ed istituzionale: come avrà notato, non un solo parlamentare nazionale e regionale foggiano, neppure un sindaco, è intervenuto ad apostrofare le Sue dichiarazioni sconnesse con la comunicazione relazionale e con la Storia imbevuta di indelebile dignità che il popolo dauno si onora di rivendicare. Se, dagli anni Novanta ad oggi, Bari ha avuto ragione di tutte le partite disputate nel decidere le sorti della Capitanata, dalla formazione alla sanità, dai trasporti al turismo, la colpa, Signor Questore, è proprio della nullità di una tifoseria politica ed istituzionale foggiana all'altezza di rappresentarci consegnando, in modo del tutto criminale, il nostro futuro a chi i derbies li affronta per vincere con entusiasmo, ad ogni costo, senza sentirsi addosso, per questo, l'appellativo di criminali.
edizione digitale
Il nostro network
DREAMLAND PUBLISHING Ltd, - VAT GB179523965
Powered by Miles 33