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Il corallo e Medusa, una storia di sangue…

Medusa era una giovane bellissima, la cui più grande dote era possedere dei magnifici capelli. Era talmente bella da avere svariati pretendenti, tra cui il dio Poseidone.

Il corallo e Medusa, una storia di sangue…

P.P. Rubens,

Il fascino del corallo rosso aveva già rapito gli antichi e i moderni, tanto che nel bellissimo dipinto di Sandys Medea è rappresentata con una collana proprio di corallo rosso; questo tipo di corallo, infatti, aveva un forte valore simbolico, poiché accomunato alla Gorgone Medusa.

Tra tutti i monili uno particolarmente prezioso e assai originale è il corallo, molto probabilmente per la sua natura di ‘essere vivente’ appartenente alla fauna marina. Infatti il corallo - che afferisce alla famiglia degli antozoi, che, come si evince dall’etimo del nome, significa “fiori animali”, dal greco ἄνθος (anthos = fiore) e ζῷον (zoon = animale) - non è altro che lo scheletro prodotto da minuscoli organismi che secernono un carbonato di calcio che permette loro di vivere aggregati in vaste colonie. È stupefacente il processo per cui da un animale acquatico (similissimo ad una pianta) si arrivi a produrre pietre di rara bellezza per agghindare le signore. Il fascino del corallo rosso aveva già rapito gli antichi e i moderni, tanto che nel bellissimo dipinto di Sandys Medea è rappresentata con una collana proprio di corallo rosso; questo tipo di corallo, infatti, aveva un forte valore simbolico, poiché accomunato alla Gorgone Medusa. Da dove deriva questa associazione? Nella mitologia greca le gorgoni erano tre: Steno, Euriale e Medusa (solo quest’ultima immortale), ed erano terrificanti: rappresentate spesso con teste enormi, zanne suine e serpenti al posto dei capelli; loro prerogativa era pietrificare chiunque ne incrociasse lo sguardo. Le arti figurative, invece, specie in età moderna, ci hanno tramandato un’immagine della Medusa quale ‘femme fatale’ e demoniaca, molto probabilmente sulla scorta del poeta latino Publio Ovidio Nasone che, nelle sue “Metamorfosi”, ci dà una versione un po’ diversa del mito: Medusa era una giovane bellissima, la cui più grande dote era possedere dei magnifici capelli. Era talmente bella da avere svariati pretendenti, tra cui il dio Poseidone. Quest’ultimo stuprò la giovane nel tempio di Atena che, per l’indignazione, si coprì il volto con lo scudo; proprio Atena allora fece sì che i capelli di Medusa, che tanta passione avevano suscitato, si trasformassero in orribili serpenti (non è un caso che sull’egida della dea sia rappresentata proprio una Gorgone, a memoria della sua punizione). Come tutti sappiamo, da reminiscenze scolastiche o cinematografiche, Medusa fu uccisa da Perseo, che riuscì a decapitarla senza guardarla negli occhi, bensì osservandone l’immagine riflessa nello scudo; quando fuggì, l’eroe pose la testa della gorgone in un sacco, coprendola con alghe e giunchi nati sott’acqua, che al contatto col sangue si pietrificarono, assumendo il colore rosso, e ramificarono a mo’ di serpenti: «anche adesso la natura dei coralli conserva questa caratteristica, cioè di acquistare rigidità al contatto con l’aria, così che quello che era giunco sott’acqua, sopra diventa pietra» spiegava Ovidio più di duemila anni fa. Ebbene, non è un caso che il corallo rosso, nato dal sangue di Medusa, ancora oggi sia detto ‘gorgonia’ o ‘pietra del sangue’. Il corallo, inoltre, così come la testa della Medusa ha valore apotropaico, per cui sarebbe bene, per allontanare mali di qualsiasi specie, munirsi di una collana di corallo con una bella testa di gorgone per ciondolo… se ci credete naturalmente…

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Alba Subrizio

Alba Subrizio
«E quel giorno che ha potere solo sul mio corpo e su null’altro, ponga pure fine, quando vorrà, alla mia vita. Con la miglior parte di me volerò eterno al di sopra degli astri e il mio nome non si potrà cancellare, fin dove arriva il potere di Roma sui popoli soggiogati, là gli uomini mi leggeranno, e per tutti i secoli vivrò della mia fama…». Così Publio Ovidio Nasone conclude il suo capolavoro “Le Metamorfosi”; sulla scia del grande Sulmonese. E, allora, eccomi qui a raccontarvi di miti, eziologie e pratiche del mondo antico… che fanno bene anche oggi.

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