I libri che liberano le tue emozioni

AntichiRitorni

Il voyeur dell’antica Grecia, quando guardare è una perversione…

Sapete cos’è il candaulesimo? La prima testimonianza di tale pratica si trova nelle Storie di Erodoto

Il voyeur dell’antica Grecia, quando guardare è una perversione…

J.-L. Gérôme, Candaule et son épouse, 1859

La storia è quella di Candaule (personaggio realmente esistito, venticinquesimo re di Lidia, vissuto nell’VIII sec. a.C.) che, orgoglioso della rara e superba bellezza della moglie, voleva ‘condividerla’ a tutti i costi con un altro

A Foggia lo chiamano “rucuttàre”*, si tratta del ‘guardone’ o ‘voyeur’ che dir si voglia, ossia chi è affetto da scopofilia; cioè un tipo di perversione sessuale consistente nel provare piacere alla vista della nudità e/o dei rapporti sessuali altrui. Tuttavia esiste anche una perversione opposta, ovvero quella per la quale il soggetto prova soddisfacimento nell'esporre le nudità del partner allo sguardo altrui. La prima volta che incontriamo nella letteratura tale pratica è nelle “Storie” del greco Erodoto (V sec. a.C.). Ma come? Non è forse Erodoto il padre della storiografia? E la sua opera non ci ha tramandato il racconto delle Guerre Persiane? Ebbene sì, proprio lui. A farmelo notare è stato un mio studente mentre lo interrogavo sull’opera in questione, a cui ho chiesto di parlare delle varie ‘novelle’ che spesso rappresentano delle digressioni rispetto al contenuto principale dell’opera e a cui il buon Erodoto ricorre spesso per ‘delectare’ – diremmo con termine latino – i suoi lettori. La storia è quella di Candaule (personaggio realmente esistito, venticinquesimo re di Lidia, vissuto nell’VIII sec. a.C.) che, orgoglioso della rara e superba bellezza della moglie, voleva ‘condividerla’ a tutti i costi con un altro; quest’altro era Gige, suo servitore fedelissimo, nonché guardia del corpo. Candaule ordinò a Gige di nascondersi nella camera dei sovrani così da poter vedere la regina quando si sarebbe spogliata per andare a letto. Così fu, ma la regina si accorse della presenza dell’uomo e così, facendo finta di nulla al momento, il giorno dopo mandò a chiamare Gige, ordinandogli di uccidere il re che l’aveva disonorata altrimenti sarebbe stato condannato a morte lui stesso. Messo dinanzi a tale scelta, Gige decise di uccidere il suo sovrano e ne prese il posto come nuovo re di Lidia. Da Candaule prende – per l’appunto – il nome il candaulesimo, ossia una sorta di voyeurismo al rovescio.

*da A. Sereno, Dizionario comparato del dialetto foggiano.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Castello Edizioni e Il Mattino di Foggia

Caratteri rimanenti: 400

Alba Subrizio

Alba Subrizio
«E quel giorno che ha potere solo sul mio corpo e su null’altro, ponga pure fine, quando vorrà, alla mia vita. Con la miglior parte di me volerò eterno al di sopra degli astri e il mio nome non si potrà cancellare, fin dove arriva il potere di Roma sui popoli soggiogati, là gli uomini mi leggeranno, e per tutti i secoli vivrò della mia fama…». Così Publio Ovidio Nasone conclude il suo capolavoro “Le Metamorfosi”; sulla scia del grande Sulmonese. E, allora, eccomi qui a raccontarvi di miti, eziologie e pratiche del mondo antico… che fanno bene anche oggi.

edizione digitale

Insert these parameters on configuration: newsstand_link, newsstand_title

Il nostro network