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La sindrome di Cassandra

Da dove nasce tale appellativo? Ancora una volta le radici affondano nel mito; un mito tanto antico da essere citato già nei poemi omerici. Cassandra infatti, sacerdotessa di Apollo, era una dei 50 figli di Priamo, il re di Troia.

La sindrome di Cassandra, dal mito alla psicanalisi

In psicologia è nota come “sindrome di Cassandra”, è la condizione di chi - spesso affetto da ansia patologica o talvolta depressione – ha una visione eccessivamente pessimistica degli avvenimenti futuri propri o degli altri, formulando di continuo previsioni negative, pur avendo la certezza di non poter far nulla per evitare gli accadimenti. Sebbene queste ‘previsioni’ siano spesso erronee, frutto solo di ansie e angosce infondate, chi è affetto da questo complesso vive in un continuo stato di frustrazione; senza contare che in alcuni casi l’individuo viene socialmente allontanato poiché considerato pessimista cronico e/o finanche uccello del malaugurio. Da dove nasce tale appellativo? Ancora una volta le radici affondano nel mito; un mito tanto antico da essere citato già nei poemi omerici. Cassandra infatti, sacerdotessa di Apollo, era una dei 50 figli di Priamo, il re di Troia. In virtù della sua bellezza, si narra che il dio Apollo, da buon figlio di suo padre Zeus quale era, si innamorò di lei e cercò di sedurla, ma invano; perciò decise di farle dono dell’arte profetica, tuttavia la fanciulla respinse decisamente il dio, che per punirla dell’affronto le sputò in bocca (sì, non è proprio una cosa carina, ma gli dèi antichi non erano tanto gentiluomini), condannandola, da quel momento in poi, a non essere più creduta: Cassandra dunque aveva sì ottenuto l’arte mantica ma non le servì a nulla, perché le sue parole erano ignorate, così che fu costretta ad assistere inerme alla distruzione della sua famiglia. Difatti, si narra che quando nacque Paride (artefice del rapimento di Elena) fu Cassandra a predire che avrebbe portato sciagure alla sua famiglia, predisse la guerra di Troia e fu sempre a lei a mettere in guardia i Troiani sul tristemente famoso Cavallo di legno (ideato da Ulisse), ma ogni volta le sue furono parole al vento. Infine, la sua ultima profezia riguardò la sua stessa sorte, quando, catturata come schiava di guerra dal re di Micene Agamennone, predisse la morte di lui e la propria per mano di Clitennestra, moglie fedifraga del re che lo attendeva a casa per compiere ciò che dieci anni di guerra non erano riusciti a fare: ucciderlo. Vi dirò che ho sempre provato simpatia per questa eroina del mito, e voi? Vi siete mai sentiti delle Cassandre o ne avete mai incontrata/o una/o?

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Alba Subrizio

Alba Subrizio
«E quel giorno che ha potere solo sul mio corpo e su null’altro, ponga pure fine, quando vorrà, alla mia vita. Con la miglior parte di me volerò eterno al di sopra degli astri e il mio nome non si potrà cancellare, fin dove arriva il potere di Roma sui popoli soggiogati, là gli uomini mi leggeranno, e per tutti i secoli vivrò della mia fama…». Così Publio Ovidio Nasone conclude il suo capolavoro “Le Metamorfosi”; sulla scia del grande Sulmonese. E, allora, eccomi qui a raccontarvi di miti, eziologie e pratiche del mondo antico… che fanno bene anche oggi.

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