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Prima di salire sulla bilancia, dai un'occhiata al tuo punto-vita

Il grasso che si accumula a livello addominale è un forte predittore di malattie cardiometaboliche e di mortalità prematura. E’ quanto emerge dalla letteratura scientifica in maniera robusta ed univoca.

Prima di salire sulla bilancia, dai un'occhiata al tuo punto-vita

Esiste una misurazione semplice per se dobbiamo dimagrire ed è quella del rapporto tra circonferenza-vita ed altezza. Perché, più del peso corporeo, ciò che conta per la salute è dove si localizza il grasso.

La rivista scientifica “The Lancet” sul numero del 10 gennaio 2004 lo chiamò il “Y-Y paradox”, dalle iniziali dei cognomi dei due ricercatori, Chittaranjan S Yajnik e John S Yudkin, che firmarono l’articolo [1]. Entrambi erano in normopeso (il loro indice di massa corporea era per tutti e due di 22,3), ma Yudkin aveva solo il 9,1% di grasso, contro il 21,2% di Yajnik. Yudkin era un maratoneta, mentre Yajnik correva al massimo per prendere l’ascensore o a chiudere la porta, se questa rischiava di sbattere per il vento. Quindi, l’indice di massa corporea non è un fedele della quantità di grasso corporeo e neanche di dove questo si localizza. E oggi sappiamo che l’accumulo di grasso viscerale è pericoloso per la salute. L’obesità addominale, infatti, è associata ad un maggiore rischio di malattie croniche e in particolare di quelle cardio-metaboliche. Il rapporto girovita-altezza è utilizzato per valutare l’obesità addominale ed è stato inizialmente proposto a metà degli anni ‘90 [2-4]. Tale misura ha suscitato interesse nella comunità scientifica poiché si è dimostrata efficace sia negli adulti che nei bambini e per differenti gruppi etnici e nazioni [5-11]. Prima di tali studi l’indice di massa corporea era il più utilizzato quale tra i migliori predittori di malattia se si tiene conto solo del peso corporeo. Questo indice, infatti, si calcola dividendo il peso (in chilogrammi) per l’altezza (in metri) al quadrato, e dovrebbe essere una misura indiretta del grasso corporeo. 

L’indice di massa corporea è stato criticato a lungo perchè ha notevoli limitazioni, come ad esempio per i bambini e per la popolazione asiatica, ma soprattutto non considera dove è localizzato il grasso corporeo. Ad esempio, chi fa body-building potrebbe avere un elevato indice di massa corporea, ma poco grasso addominale e molta massa muscolare. E quest’ultima è più pesante del grasso. Quindi, potrebbe essere considerato in obesità, ma non avere alcun rischio legato al grasso addominale. Che cosa dovrebbe fare? Deve dimagrire o no? Vediamo come stanno le cose.

Le attuali evidenze scientifiche fanno rilevare che i rischi per la salute sono maggiormente associati alla localizzazione del grasso corporeo, piuttosto che alla sua quantità totale [10]. E qual’è la localizzazione peggiore per il grasso? Certamente, quella addominale, accumulata attorno agli organi interni. Il grasso addominale può essere un forte predittore di mortalità prematura [12]. La maggiore distribuzione del grasso a livello addominale conferisce ai maschi una configurazione a “mela”, alle donne a “merlo”. In quest’ultime, tale forma si presenta generalmente dopo la menopausa, mentre negli uomini anche in giovane età. Non importa se a mela o a merlo, purtroppo, la localizzazione del grasso a livello addominale riduce l’aspettativa di vita [13].

Come valutare se il grasso è principalmente depositato sull’addome? Abbiamo già rilevato che l’Indice di massa corporea non è affidabile e, ovviamente, non possiamo fare “ad occhio” per predire i rischi di malattia o di mortalità prematura! Per fortuna, esiste una misurazione semplice che tutti possono fare ed è grandemente affidabile. Questa misurazione è il rapporto tra giro-vita e altezza [14] e deve essere inferiore a 0,5. Vale a dire, la circonferenza addominale è meglio che sia meno della metà dell’altezza. Quindi, invece di fare calcoli complessi da valutare poi con i gradi di obesità, basta un semplice centimetro, come quello utilizzato dal sarto. La misurazione va fatta in questo modo: in posizione eretta, inspirare profondamente e, quindi, espirare tutta l’aria e misurare la circonferenza addominale. Però attenzione: la circonferenza addominale da considerare è quella del punto-vita, ovvero la parte più stretta dell’addome, localizzata tra la gabbia toracica e l’ombelico, posta a metà tra il bordo superiore della cresta iliaca ed il bordo inferiore dell’ultima costa.

Abbiamo detto che la circonferenza addominale deve essere inferiore alla metà dell’altezza; quindi, se l’altezza è un metro e sessanta, la circonferenza del punto vita non deve superare gli 80 centimetri. Se questa è superiore alla metà dell’altezza è bene iniziare a mangiare meglio e a fare attività motoria, indipendentemente dal peso corporeo [15]. 


Bibliografia 

1 . Yajnik CS, Yudkin JS. The Y-Y paradox. Lancet. 2004 Jan 10;363(9403):163.

2 . Lee JS, Aoki K, Kawakubo K, Gunji A. A study on indices of body fat distribution for screening for obesity. J Occup Health 1995; 37: 9–18.

3 . Hsieh SD, Yoshinaga H. Abdominal fat distribution and coronary heart disease risk factors in men-waist/height ratio as a simple and useful predictor. Int J Obes Relat Metab Disord 1995; 19:585–589.

4 . Ashwell M, Lejeune S, McPherson K. Ratio of waist circumference to height may be better indicator of need for weight management. Br Med J 1996; 312: 377.

5 . Ashwell M, Hsieh SD. Six reasons why the waist-to-height ratio is a rapid and effective global indicator for health risks of obesity and how its use could simplify the international public health message on obesity. Int J Food Sci Nutr 2005; 56: 303–307.

6 . Schneider HJ, Glaesmer H, Klotsche J et al. Accuracy of anthropometric indicators of obesity to predict cardiovascular risk. J Clin Endocrinol Metab 2007; 92: 589–594.

7 . Freedman DS, Kahn HS, Mei Z et al. Relation of body mass index and waist-to-height ratio to cardiovascular disease risk factors in children and adolescents: the Bogalusa Heart Study. Am J Clin Nutr 2007; 86: 33–40.

8 . Nambiar S, Truby H, Abbott RA, Davies PS. Validating the waist-height ratio and developing centiles for use amongst children and adolescents. Acta Paediatr 2009; 98: 148–152.

9 . Ashwell M, Gibson S. Waist to height ratio is a simple and effective obesity screening tool for cardiovascular risk factors: analysis of data from the British National Diet and Nutrition Survey of adults aged 19 to 64 years. Obes Facts 2009; 2: 97–103.

10 . Browning LM, Hsieh SD, Ashwell M. A systematic review of waist-to-height ratio as a screening tool for the prediction of cardiovascular disease and diabetes: 0.5 could be a suitable global boundary value. Nutr Res Rev 2010; 23: 247–269.

11. Goulding A, Taylor RW, Grant AM, Parnell WR, Wilson NC, Williams SM. Waist-to-height ratios in relation to BMI z-scores in three ethnic groups from a representative sample of New Zealand children aged 5–14 years. Int J Obes (Lond) 2010; 34:1188–1190.

12 . Bigaard J, Tjønneland A, Thomsen BL, Overvad K, Heitmann BL, S, Sørensen TI. Waist circumference, BMI, smoking, and mortality in middle-aged men and women. Obes Res. 2003;11(7): 895–903. 

13 . Bigaard J, Tjønneland A, Thomsen BL, Overvad K, Heitmann BL, S, Sørensen TI. Waist circumference, BMI, smoking, and mortality in middle-aged men and women. Obes Res. 2003;11(7): 895–903. 

14 . Leitzmann MF, Moore SC, Koster A, et al. Waist circumference as compared with body-mass index in predicting mortality from specific causes. PLoS One. 2011;6(4): e18582. 

15 . Browning LM, Hsieh SD, Ashwell M. A systematic review of waist-to-height ratio as a screening tool for the prediction of cardiovascular disease and diabetes: 0·5 could be a suitable global boundary value. Nutr Res Rev. 2010;23( 2): 247–69.

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F. Michele Panunzio

F. Michele Panunzio

La prevenzione nutrizionale è la più potente medicina, ma non ama la solitudine. Ancelle le sono tutte le altre discipline mediche. Si accontenta di stare in disparte, ma in cuor suo sa di essere la padrona di casa per accogliere tutti. Non è esclusiva, né ha la puzza sotto il naso. Amo la prevenzione nutrizionale, fu amore a prima vista. Scelsi di fare il medico-igienista, ma anche di laurearmi in nutrizione umana, connubio perfetto per la mia professione. La collettività e l’individuo, il gruppo ed il singolo, i sani ed i malati, la prevenzione nutrizionale è per tutti ed è per sempre. Rispondo alle vostre domande, inviatele a: redazione@ilmattinodifoggia.it

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