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08.01.2017 - 00:35
Esiste una misurazione semplice per se dobbiamo dimagrire ed è quella del rapporto tra circonferenza-vita ed altezza. Perché, più del peso corporeo, ciò che conta per la salute è dove si localizza il grasso.
La rivista scientifica “The Lancet” sul numero del 10 gennaio 2004 lo chiamò il “Y-Y paradox”, dalle iniziali dei cognomi dei due ricercatori, Chittaranjan S Yajnik e John S Yudkin, che firmarono l’articolo [1]. Entrambi erano in normopeso (il loro indice di massa corporea era per tutti e due di 22,3), ma Yudkin aveva solo il 9,1% di grasso, contro il 21,2% di Yajnik. Yudkin era un maratoneta, mentre Yajnik correva al massimo per prendere l’ascensore o a chiudere la porta, se questa rischiava di sbattere per il vento. Quindi, l’indice di massa corporea non è un fedele della quantità di grasso corporeo e neanche di dove questo si localizza. E oggi sappiamo che l’accumulo di grasso viscerale è pericoloso per la salute. L’obesità addominale, infatti, è associata ad un maggiore rischio di malattie croniche e in particolare di quelle cardio-metaboliche. Il rapporto girovita-altezza è utilizzato per valutare l’obesità addominale ed è stato inizialmente proposto a metà degli anni ‘90 [2-4]. Tale misura ha suscitato interesse nella comunità scientifica poiché si è dimostrata efficace sia negli adulti che nei bambini e per differenti gruppi etnici e nazioni [5-11]. Prima di tali studi l’indice di massa corporea era il più utilizzato quale tra i migliori predittori di malattia se si tiene conto solo del peso corporeo. Questo indice, infatti, si calcola dividendo il peso (in chilogrammi) per l’altezza (in metri) al quadrato, e dovrebbe essere una misura indiretta del grasso corporeo.
L’indice di massa corporea è stato criticato a lungo perchè ha notevoli limitazioni, come ad esempio per i bambini e per la popolazione asiatica, ma soprattutto non considera dove è localizzato il grasso corporeo. Ad esempio, chi fa body-building potrebbe avere un elevato indice di massa corporea, ma poco grasso addominale e molta massa muscolare. E quest’ultima è più pesante del grasso. Quindi, potrebbe essere considerato in obesità, ma non avere alcun rischio legato al grasso addominale. Che cosa dovrebbe fare? Deve dimagrire o no? Vediamo come stanno le cose.
Le attuali evidenze scientifiche fanno rilevare che i rischi per la salute sono maggiormente associati alla localizzazione del grasso corporeo, piuttosto che alla sua quantità totale [10]. E qual’è la localizzazione peggiore per il grasso? Certamente, quella addominale, accumulata attorno agli organi interni. Il grasso addominale può essere un forte predittore di mortalità prematura [12]. La maggiore distribuzione del grasso a livello addominale conferisce ai maschi una configurazione a “mela”, alle donne a “merlo”. In quest’ultime, tale forma si presenta generalmente dopo la menopausa, mentre negli uomini anche in giovane età. Non importa se a mela o a merlo, purtroppo, la localizzazione del grasso a livello addominale riduce l’aspettativa di vita [13].
Come valutare se il grasso è principalmente depositato sull’addome? Abbiamo già rilevato che l’Indice di massa corporea non è affidabile e, ovviamente, non possiamo fare “ad occhio” per predire i rischi di malattia o di mortalità prematura! Per fortuna, esiste una misurazione semplice che tutti possono fare ed è grandemente affidabile. Questa misurazione è il rapporto tra giro-vita e altezza [14] e deve essere inferiore a 0,5. Vale a dire, la circonferenza addominale è meglio che sia meno della metà dell’altezza. Quindi, invece di fare calcoli complessi da valutare poi con i gradi di obesità, basta un semplice centimetro, come quello utilizzato dal sarto. La misurazione va fatta in questo modo: in posizione eretta, inspirare profondamente e, quindi, espirare tutta l’aria e misurare la circonferenza addominale. Però attenzione: la circonferenza addominale da considerare è quella del punto-vita, ovvero la parte più stretta dell’addome, localizzata tra la gabbia toracica e l’ombelico, posta a metà tra il bordo superiore della cresta iliaca ed il bordo inferiore dell’ultima costa.
Abbiamo detto che la circonferenza addominale deve essere inferiore alla metà dell’altezza; quindi, se l’altezza è un metro e sessanta, la circonferenza del punto vita non deve superare gli 80 centimetri. Se questa è superiore alla metà dell’altezza è bene iniziare a mangiare meglio e a fare attività motoria, indipendentemente dal peso corporeo [15].
Bibliografia
1 . Yajnik CS, Yudkin JS. The Y-Y paradox. Lancet. 2004 Jan 10;363(9403):163.
2 . Lee JS, Aoki K, Kawakubo K, Gunji A. A study on indices of body fat distribution for screening for obesity. J Occup Health 1995; 37: 9–18.
3 . Hsieh SD, Yoshinaga H. Abdominal fat distribution and coronary heart disease risk factors in men-waist/height ratio as a simple and useful predictor. Int J Obes Relat Metab Disord 1995; 19:585–589.
4 . Ashwell M, Lejeune S, McPherson K. Ratio of waist circumference to height may be better indicator of need for weight management. Br Med J 1996; 312: 377.
5 . Ashwell M, Hsieh SD. Six reasons why the waist-to-height ratio is a rapid and effective global indicator for health risks of obesity and how its use could simplify the international public health message on obesity. Int J Food Sci Nutr 2005; 56: 303–307.
6 . Schneider HJ, Glaesmer H, Klotsche J et al. Accuracy of anthropometric indicators of obesity to predict cardiovascular risk. J Clin Endocrinol Metab 2007; 92: 589–594.
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9 . Ashwell M, Gibson S. Waist to height ratio is a simple and effective obesity screening tool for cardiovascular risk factors: analysis of data from the British National Diet and Nutrition Survey of adults aged 19 to 64 years. Obes Facts 2009; 2: 97–103.
10 . Browning LM, Hsieh SD, Ashwell M. A systematic review of waist-to-height ratio as a screening tool for the prediction of cardiovascular disease and diabetes: 0.5 could be a suitable global boundary value. Nutr Res Rev 2010; 23: 247–269.
11. Goulding A, Taylor RW, Grant AM, Parnell WR, Wilson NC, Williams SM. Waist-to-height ratios in relation to BMI z-scores in three ethnic groups from a representative sample of New Zealand children aged 5–14 years. Int J Obes (Lond) 2010; 34:1188–1190.
12 . Bigaard J, Tjønneland A, Thomsen BL, Overvad K, Heitmann BL, S, Sørensen TI. Waist circumference, BMI, smoking, and mortality in middle-aged men and women. Obes Res. 2003;11(7): 895–903.
13 . Bigaard J, Tjønneland A, Thomsen BL, Overvad K, Heitmann BL, S, Sørensen TI. Waist circumference, BMI, smoking, and mortality in middle-aged men and women. Obes Res. 2003;11(7): 895–903.
14 . Leitzmann MF, Moore SC, Koster A, et al. Waist circumference as compared with body-mass index in predicting mortality from specific causes. PLoS One. 2011;6(4): e18582.
15 . Browning LM, Hsieh SD, Ashwell M. A systematic review of waist-to-height ratio as a screening tool for the prediction of cardiovascular disease and diabetes: 0·5 could be a suitable global boundary value. Nutr Res Rev. 2010;23( 2): 247–69.
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