Forever
19.02.2017 - 09:47
Mio zio era un grande estimatore di vino rosso, ma non delle evidenze scientifiche. E lì dov’è ora, non la prenderà certo bene per questo articolo. Purtroppo, caro zio gli studi sono studi e non possiamo non attenerci alla regola del raccontare le cose come stanno anche se non concordano con i nostri gusti e preferenze. Ma, così come ci ha abituati il metodo scientifico di ipotesi e confutazioni, siamo pronti a modificare le nostre tesi qualora le evidenze siano differenti.
Per esaminare il rapporto tra vino rosso e cervello ci siamo tuffati in un articolo di revisione pubblicato agli inizi di agosto 2016 [1], il quale ha preso in considerazione gli studi epidemiologici che hanno indagato sui presunti effetti neuroprotettivi del vino rosso.
Innanzitutto, fanno notare i ricercatori, il vino rosso è uno degli alimenti della Dieta Mediterranea, la quale ha tra gli effetti benefici proprio la salute cognitiva [2-3]. Dopotutto, gli studi sembrano suggerire che una elevata aderenza alla Dieta Mediterranea sia associata ad una riduzione del rischio di moderato declino cognitivo e di Malattia di Alzheimer, e ad una riduzione della progressione del declino cognitivo nelle persone già colpite dall’Alzheimer [4-6].
Un’analisi aggregata dei risultati di 5 studi, esaminando la Dieta Mediterranea con un follow-up di almeno di 1 anno, ha rilevato che i soggetti nel terzile superiore del punteggio di aderenza alla Dieta Mediterranea hanno avuto una riduzione del 33% del rischio di moderato declino cognitivo e di Malattia di Alzheimer rispetto a quelli nel terzile inferiore. Tuttavia, sono necessari ulteriori studi prospettici di coorte e altri studi randomizzati e controllati per indagare meglio questa evidenza [7].
Tralasciando la Dieta Mediterranea e passando a considerare le bevande alcoliche, un loro uso leggero-moderato (1-3 unità al giorno) era significativamente associato ad un basso rischio di qualsiasi tipo di demenza (con una riduzione del 42%) e del 71% di riduzione per quella vascolare nei soggetti di oltre 55 anni [8]. In modo simile, vi era un più basso rischio (-54%) di demenza tra i più anziani che bevevano da 1 a 6 unità ogni settimana in raffronto con gli astemi [9]. Analizzando nello specifico il ruolo del vino rosso, è da tempo stata proposta un’associazione inversa tra consumo moderato di vino e sviluppo della demenza negli anziani [10].
Questa associazione è stata supportata da uno studio di coorte (Copenhagen City Heart Study) condotto negli anziani di oltre 65 anni, nel quale è stato trovato che un’assunzione settimanale o mensile di vino rosso, ma non di altre bevande alcoliche, era associata ad un più basso rischio di demenza, inclusa l’Alzheimer; suggerendo che alcuni composti del vino possono ridurre la comparsa della demenza [11].
Uno degli studi più citati ha preso in considerazione la quantità di vino rosso assunto nel corso di 3 anni da una coorte di 3.777 soggetti di oltre 65 anni. Un consumo moderato di 3-4 bicchieri al giorno (250-500 mL al giorno) di vino rosso era associato ad una riduzione del rischio di quattro volte di sviluppare la Malattia di Alzheimer o di demenza rispetto ad un consumo inferiore o di nessuna assunzione [10]. Nonostante un'associazione complessivamente positiva del consumo di vino rosso con una migliore salute cognitiva, è ancora discutibile l’ipotesi di incoraggiare il consumo di vino rosso al fine di evitare la demenza. Sono necessari larghi studi prospettici di coorte e ulteriori studi controllati-randomizzati per chiarire bene i termini di tale ipotesi.
Per quanto riguarda il Parkinson, una assunzione abituale di flavonoidi è stata associata alla protezione dal Parkinson. Più precisamente, i maschi del quintile superiore nell’assunzione di flavonoidi avevano un rischio di Parkinson del 40% più basso rispetto a quelli del quintile inferiore. L’assunzione di alimenti ricchi di flavonoidi, incluso il vino rosso, era particolarmente associato ad un più basso rischio di Parkinson [11]. Considerando il rapporto Dieta Mediterranea e rischio di Parkinson, una ridotta probabilità (-14%) di esordio precoce per età del Parkinson (OR 0.86; 95% CI, 0,77-0,97) è stata associata ad un punteggio più alto di aderenza alla Dieta Mediterranea [12].La maggior parte degli studi epidemiologici disponibili non supportano l'associazione tra alcol o consumo di vino e il rischio di Parkinson [13-14].
Sulla base dei dati epidemiologici disponibili è, comunque, ancora prematuro incoraggiare gli anziani a bere regolarmente vino rosso per la prevenzione delle malattie neuro-degenerative associate all’età. Inoltre, ogni messaggio di sanità pubblica deve tenere conto del rapporto rischi-benefici associato ad un eccessiva assunzione di etanolo presente nel vino, che può avere effetti avversi per la salute, come l’intossicazione alcolica, l’ipertensione, la cardiomiopatia, l’ictus e il cancro orale [15-16].
Per finire, l’analisi epidemiologica della relazione tra consumo di vino e declino mentale è complessa, ed è altamente improbabile che un singolo fattore possa avere un ruolo importante [17]. Le principali limitazioni negli studi epidemiologici che valutano l’assunzione di vino rosso e dei suoi nutrienti nella malattia neurodegenerativa sono: l’ipotesi che l’assunzione di vino resti costante ed invariata durante tutto lo studio; i fattori di confondimento dietetici, come ad esempio il tè, che è ricco di polifenoli; l’estrema variabilità nel profilo della composizione di polifenoli del vino rosso e la mancanza di strumenti affidabili per la diagnosi di Alzheimer e Parkinson [18-19].
Tuttavia, quando si tratta del consumo di alimenti così diffusi come il vino rosso, e dell’aura magica che li circonda, la ricerca epidemiologica osservazionale, anche se costosa ed impegnativa, è indispensabile per sostenere la necessità di studi di intervento progettati per studiare le associazioni tra vino rosso e neurodegenerazione legata all'età. Le semplici raccomandazioni, quindi, non bastano. Hanno il sapore pilatesco del dire e non dire. Mentre sono necessari ulteriori studi epidemiologici osservazionali e sperimentali.
Bibliografia
1 . Caruana M, Cauchi R, Vassallo N. Putative Role of Red Wine Polyphenols against Brain Pathology in Alzheimer's and Parkinson's Disease. Front Nutr. 2016 Aug 12;3:31.
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18 . Gillette-Guyonnet S, Secher M, Vellas B. Nutrition and neurodegeneration: epidemiological evidence and challenges for future research. Br J Clin Pharmacol (2013) 75:738–55.
19 . Coley N, Andrieu S, Gardette V, Gillette-Guyonnet S, Sanz C, Vellas B, et al. Dementia prevention: methodological explanations for inconsistent results. Epidemiol Rev (2008) 30:35–66.
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