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Vieni che ti dico del mio principe Ravanello

Molti studi suggeriscono che il consumo di ravanello può essere utile per il trattamento e la prevenzione di alcune patologie, come la malattia cardiovascolare ed il cancro, e per contrastare l'invecchiamento. Ovviamente, se viene inserito in una sana alimentazione.

Vieni che ti dico del mio principe Ravanello

(Ph Dreamstime)

“Che cosa so del destino dell'uomo? Potrei dirvi di più a proposito dei ravanelli”, disse una volta il drammaturgo irlandese Samuel Beckett. Ed in effetti sul ravanello ci sarebbe da scrivere molto, almeno dal punto di vista nutrizionale. Intanto, il sulforafano, uno isotiocianato abbondante nei semi del Ravanello, può essere considerato un potente agente anticancro. Uno studio recente pubblicato il 4 aprile di quest’anno, ha trovato che questo composto ha un’attività citotossica contro le cellule neoplastiche del cancro della mammella anche a basse concentrazioni (5-10 micoMoli). E Ciò è dovuto alla sua capacità di arrestare la moltiplicazione e di indurre la morte programmata delle cellule tumorali [1].

I ravanelli erano coltivati in Cina già migliaia di anni fa ed in Egitto ben prima della costruzione delle piramidi. Nell’antica Grecia era tanto venerato che ad Apollo, dio della Medicina e ideale della giovinezza, veniva offerto in dono una spilla a forma di ravanello forgiata in oro.Il ravanello è arrivato in Inghilterra alla metà del XVI secolo e per la sua forma subito acquistò grande “popolarità”, tanto che Shakespeare nell’Enrico IV fa dire a Falstaff “. . . Quand’era nudo, poi, parola mia, sembrava un ravanello biforcuto sopra al quale era stata intagliata col coltello una testa surreale…” *, una metafora per dire che aveva una testa di... 

Il Ravanello (Raphanus sativus) fa parte della famiglia vegetale delle Cruciferae. Cresce in climi temperati ad una quota che va dai 190 m ai 1240 m sul livello del mare. È alto 30-90 cm e le sue radici sono spesse e di varie dimensioni, forme e colori.I ravanelli sono commestibili ed hanno un gusto pungente. Le sue radici salate, che vengono consumate in Giappone per circa 500.000 tonnellate/anno, sono uno dei cibi tradizionali nel Paese del sol levante. Nelle radici del ravanello sono presenti gli alcaloidi ed i composti azotati, tra i quali i più abbondanti sono la pirrolidina e la feniletilamina [2-4,], mentre la citochinina della radice è un importante metabolita della 6-benzilaminopurina (6-BAP) [5]. Gli amminoacidi totali costituiscono lo 0,5% di peso secco; la prolina (0,5%) è l’aminoacido principale, mentre la metionina e la cistina sono presenti in tracce (0,02%). La produzione di tiamina è più alta durante la germinazione dei ravanelli [6]. La quota proteica totale è del 6,5% [7].Nel ravanello sono state identificate anche alcune cumarine, quali l’esculetina e la scopoletina [8], che hanno un’azione tonica sulle vene, spasmolitica sulla muscolatura liscia intestinale, anticoagulante ed antinfiammatoria.A livello cellulare, sia nel citoplasma che nella parete, sono presenti un certo numero di enzimi [9], mentre nelle radici, le gibberelline (composti terpenici ad azione ormonale) guidano la crescita del ravanello [10].Il ravanello è ricco di glucosinolati, i quali sono i precursori idrosolubili e molto stabili degli isotiocianati [11]. I semi del ravanello contengono un'elevata percentuale di olio. L'analisi cromatografica di questi oli mostra chiaramente una completa somiglianza con l'olio di semi di cotone [12]. Nelle radici del ravanello sono presenti quattro principali acidi organici: ossalico, malico, malonico ed eritorbico. Il totale dei grassi è di 1,23% [7]. Gli acidi grassi principali nei lipidi di semi sono: erucici, oleici, linoleici e acidi linolenici.  Gli acidi grassi principali della famiglia del ravanello sono: l'acido linolenico (52-55%), seguito dall’acido erucico (30-33%) e dall’acido palmitico (20-22%) [13]. L'acido glutammico si trova nel daikon (20-100 mg%) [14]. Il contenuto di acidi fenolici nelle radici del ravanello è molto più piccolo che nelle foglie. Gli acidi fenolici più rappresentati sono: il  caffeico, il coumarico, il ferulico, l’idrossicinnammico, l’idrosibenzoico, il vanillico, il salicilico e l’acido gentisico [8].  Tra le antocianine presenti, la pelargonidina e la cianidina sono responsabili del colore rosso e viola nelle corolle e nelle radici dei ravanelli. L'assenza di pelargonidina e cianidina ha determinato un colore bianco (il cosiddetto Daikon o ravanello bianco giapponese). La quercetina, un importante flavonoide, è stato trovata anche nella corolla e nella radice [15]. Il pigmento rosso del ravanello, chiamato pelargodinina (una antocianina), ha una buona attività antiossidante, così come l'acido caffeico [16]. Il consumo di ravanello riduce i livelli ematici del colesterolo e dei trigliceridi aumentando l'escrezione fecale dei lipidi totali, dei trigliceridi e del colesterolo totale. Le attività delle catalasi e della glutatione perossidasi nei globuli rossi del sangue sono state notevolmente aumentate dal consumo di ravanello; così come nel fegato sono aumentate le attività della superossido dismutasi, catalasi e glutatione-perossidasi. Le attività della xantina ossidasi nel fegato sono diminuite dal consumo di ravanelli. Il ravanello può essere raccomandato per il trattamento e la prevenzione di malattie come la malattia cardiovascolare, il cancro e per ritardare l'invecchiamento [17], ovviamente se inserito in un’alimentazione bilanciata e preferibilmente a-base-vegetale (vedi l'articolo di domenica 30 luglio sul Mattino di Foggia, http://www.ilmattinodifoggia.it/blog/f--michele-panunzio/32666/dimmi-cosa-mangi-e-ti-diro-come-ingrassi.html ). 

*   (Enrico IV, Parte II Atto 3°, scena 2^)

Bibliografia

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F. Michele Panunzio

F. Michele Panunzio

La prevenzione nutrizionale è la più potente medicina, ma non ama la solitudine. Ancelle le sono tutte le altre discipline mediche. Si accontenta di stare in disparte, ma in cuor suo sa di essere la padrona di casa per accogliere tutti. Non è esclusiva, né ha la puzza sotto il naso. Amo la prevenzione nutrizionale, fu amore a prima vista. Scelsi di fare il medico-igienista, ma anche di laurearmi in nutrizione umana, connubio perfetto per la mia professione. La collettività e l’individuo, il gruppo ed il singolo, i sani ed i malati, la prevenzione nutrizionale è per tutti ed è per sempre. Rispondo alle vostre domande, inviatele a: redazione@ilmattinodifoggia.it

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