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Metti a dieta il diabete

Quale dieta deve seguire chi soffre di diabete di tipo-2? Diversi studi di revisione e metanalisi, oltre a vari clinical trials controllati e randomizzati, suggeriscono di seguire un modello alimentare a base vegetale per gestire e, in alcuni casi far regredire, questa patologia.

Metti a dieta il diabete

Nell’articolo di domenica scorsa abbiamo esaminato i benefici delle diete a base vegetale per la prevenzione del diabete di tipo-2, alla luce delle evidenze scientifiche. Oggi, proseguiamo prendendo in considerazione il modello alimentare per chi già soffre di diabete di tipo-2. I primi studi pubblicati per indagare il trattamento dell’iperglicemia dei diabetici di tipo-2, mediante diete ad alto contenuto di carboidrati ed un basso contenuto di grassi, sono disponibili fin dal 1950 [1-3]. Tali lavori hanno ben documentato anche l'efficacia dei modelli alimentari prevalentemente vegetariani per il trattamento del diabete. Barnard et al., [4] hanno eseguito il primo studio clinico randomizzato su pazienti diabetici  trattati puramente con una dieta a base vegetale (vegana), confrontata con una dieta convenzionale basata sulle Linee-guida del 2003 stilate dall’American Dietetic Association (ADA). In questo trial, un totale di 99 individui, di età compresa tra i 27 e gli 82 anni, sono stati randomizzati per seguire o una dieta vegana a basso contenuto di grassi o una dieta ADA e per un periodo di 22 settimane. La dieta vegana consigliata comprendeva approssimativamente il 10% di energia da grassi, 15% da proteine ​​e 75% da carboidrati e consisteva di verdure, frutta, cereali, e legumi. I partecipanti al gruppo vegano sono stati invitati ad evitare i prodotti di origine animale ed i grassi aggiunti e di prediligere gli alimenti a basso indice glicemico, come i fagioli e le verdure a foglie verdi. Al termine del periodo di studio, il 43% (21 di 49) del gruppo vegano e il 26% (13 di 50) dei partecipanti al gruppo ADA hanno ridotto il consumo di farmaci antidiabetici. Escludendo coloro che hanno cambiato i farmaci, l’emoglobina glicata A1c* è scesa di 1,23 punti nel gruppo vegano rispetto allo 0,38 punti nel gruppo ADA (P** = 0,01). Il peso corporeo è diminuito di 6,5 kg nel gruppo vegano e 3,1 kg nel gruppo ADA  (P <0,001). Tra coloro che non hanno cambiato i farmaci per la colesterolemia, il colesterolo LDL è sceso del 21,2% nel  gruppo vegano e del 10,7% nel gruppo ADA (P = 0,02). Dopo la regolazione per i valori di base, anche la riduzione dell'albumina urinaria era significativamente maggiore nel gruppo vegano (15,9 mg / 24 h) rispetto al gruppo ADA (10,9 mg / 24 h). Quando questi individui sono stati seguiti per un periodo di follow-up di 74 settimane, è stata osservata una perdita di peso sostenuta ed equivalente in entrambi i gruppi, ma c'era una significativa riduzione assoluta in emoglobina A1c* di -0,40 punti nel gruppo vegano contro 0,01 nel gruppo ADA. [5] Inoltre, vi è stata una significativa riduzione del colesterolo totale (-20.4 mg / dL vs. -6.8 mg/dl) e del colesterolo LDL (-13.5 mg/dL vs. -3.4 mg/dL) rispettivamente nei vegani rispetto al gruppo ADA. 

La modifica dietetica è parte integrante delle raccomandazioni circa lo stile di vita per le persone con diabete. Vale, quindi, la pena notare che, nonostante la dieta vegana richiedesse maggiori cambiamenti nell'assunzione di macronutrienti rispetto alla dieta ADA, non c'era alcuna differenza sull'accettabilità o sull'adesione al regime alimentare vegano rispetto a quello dell’ADA [6]. Ciò significa che, anche se è ben complesso bilanciare una dieta vegana, il grado di accettazione è elevato. Tale risultato è stato osservato anche in altri studi. [7-8]  Se questo può essere sorprendente, dato il grado di cambiamento necessario per adottare una dieta vegana, gli Autori hanno ipotizzato che non limitare le dimensioni delle porzioni, senza dover contare le calorie o i carboidrati, e sperimentare una varietà di nuovi sapori della dieta vegana, probabilmente ha compensato qualsiasi difficoltà imposta dall’evitare i prodotti di origine animale . [6] Le diete a base vegetale, con alto contenuto di carboidrati e basso di grassi, sono spesso associate alla perdita di peso, è ciò rende difficile poter accertare quale percentuale del miglioramento nel controllo glicemico sia dovuto alla perdita di peso rispetto ai cambiamenti indotti dalla dieta. Per valutare questa ipotesi, Anderson et al., [52] hanno eseguito uno studio su un gruppo di uomini normopeso con il diabete di tipo 2, in terapia con l'insulina. Tale gruppo è stato sottoposto ad un regime alimentare ad alto contenuto di carboidrati e di  fibre (<10% di calorie da grassi, 70% di carboidrati, e 65 g di fibre/giorno). Il peso corporeo dei partecipanti è stato mantenuto stabile semplicemente aumentando l’introito calorico in caso di riduzione del peso. Al termine dello studio, la metà dei partecipanti ha potuto interrompere la somministrazione dell'insulina, mentre la restante ha potuto ridurre le unità di insulina. In generale, la dose media di insulina è diminuita dalle 26  unità dei valori iniziali dello studio (controllo) alle 11 unità alla fine del trial. 

Questi risultati suggeriscono l'efficacia delle diete vegetali (che sono naturalmente ricchi di carboidrati e fibre), a basso contenuto di grassi, nell’inversione della resistenza insulinica, che è alla radice del diabete di tipo-2, anche se non è chiaro quale componente della dieta a base vegetale sia il più efficace: se l'alto contenuto di carboidrati e  di fibre, o il basso contenuto di proteine ​​e di grassi animali, o entrambi. Una revisione e meta-analisi del 2014 di trial clinici controllati sulle diete vegetariane nel trattamento del diabete di tipo-2 ha trovato una significativa riduzione dell'emoglobina A1c rispetto alle diete di controllo. [9]  Un ulteriore e più recente studio randomizzato controllato, condotto in Corea, ha confrontato una dieta vegana a base di riso con una convenzionale consigliata per i pazienti di età compresa tra 30 e 70 anni con diabete di tipo-2. [10]  Ai partecipanti assegnati alla dieta vegana è stato chiesto di mangiare riso, di prediligere gli alimenti a basso  indice glicemico (per esempio, legumi, alimenti a base di legumi, verdure a foglie verdi) e di evitare riso brillato/bianco, gli alimenti trasformati di farina di riso o di farina di grano, oltre a non consumare alcun alimento di origine animale. Le porzioni, le calorie e la frequenza dei pasti non erano limitate. I livelli di emoglobina A1c* sono diminuiti di 0,5 punti nel gruppo vegano rispetto allo 0,2 punti nel gruppo a dieta convenzionale adatta per i diabetici, con una differenza significativa che era ancor più pronunciata quando l'analisi era limitata ai partecipanti che erano altamente aderenti alla dieta vegana (-0,9 vs. -0.3). L'inclusione di individui con oltre 60 anni di età in questo studio e nella maggior parte degli studi di questa metanalisi [9], supporta la raccomandazione che le diete a base vegetale possano essere utili a tutte le fasce d'età con diabete di tipo-2, compresi gli adulti più anziani.

Note

* L'emoglobina A1c è, tra le componenti dell'emoglobina A (la più abbondante forma di emoglobina presente nei globuli rossi dell'adulto, circa il 98%), quella che si complessa più facilmente con il glucosio. Il test viene perciò utilizzato come indicatore di lungo termine dello stato di controllo della glicemia nel diabete nelle 4-8 settimane precedenti. (http://www.ospedaleniguarda.it)

* il valore P misura la significatività statistica nella differenza tra diverse misurazioni. Generalmente quando è inferiore a 0,05 la differenza è significativa; se è inferiore a 0,001 la differenza è altamente significativa.

Bibliografia

1 . Singh I. Low-fat diet and therapeutic doses of insulin in diabetes mellitus. Lancet 1955; 268: 422–425.

2 . Kempner W, Peschel RL, Schlayer C. Effect of rice diet on diabetes mellitus associated with vascular disease. Postgrad Med 1958; 24: 359–371.

3 . Anderson JW, Ward K. High-carbohydrate, high-fiber diets for insulin-treated men with diabetes mellitus. Am J Clin Nutr 1979; 32: 2312–2321.

4 . Barnard ND, Cohen J, Jenkins DJ, et al. A low-fat vegan diet improves glycemic control and cardiovascular risk factors in a randomized clinical trial in individuals with type 2 diabetes. Diabetes Care 2006; 29: 1777–1783.

5 . Barnard ND, Cohen J, Jenkins DJ, et al. A low-fat vegan diet and a conventional diabetes diet in the treatment of type 2 diabetes: a randomized, controlled, 74-wk clinical trial. Am J Clin Nutr 2009; 89: 1588s-1596s.

6 . Barnard ND, Gloede L, Cohen J, et al. A low-fat vegan diet elicits greater macronutrient changes, but is comparable in adherence and acceptability, compared with a more conventional diabetes diet among individuals with type 2 diabetes. J Am Diet Assoc 2009; 109: 263–272.

7 . Ornish D, Scherwitz LW, Billings JH, et al. Intensive lifestyle changes for reversal of coronary heart disease. JAMA 1998; 280: 2001–2007.

8 . Turner-McGrievy GM, Barnard ND, Scialli AR. A two-year randomized weight loss trial comparing a vegan diet to a more moderate low-fat diet. Obesity (Silver Spring) 2007; 15:2276–2281.

9 . Yokoyama Y, Barnard ND, Levin SM, et al. Vegetarian diets and glycemic control in diabetes: a systematic review and meta-analysis. Cardiovasc Diagn Ther 2014; 4: 373–382.

10 . Lee YM, Kim SA, Lee IK, et al. Effect of a brown rice based vegan diet and conventional diabetic diet on glycemic control of patients with type 2 diabetes: a 12-week randomized clinical trial. PLoS One 2016; 11: e0155918.

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F. Michele Panunzio

F. Michele Panunzio

La prevenzione nutrizionale è la più potente medicina, ma non ama la solitudine. Ancelle le sono tutte le altre discipline mediche. Si accontenta di stare in disparte, ma in cuor suo sa di essere la padrona di casa per accogliere tutti. Non è esclusiva, né ha la puzza sotto il naso. Amo la prevenzione nutrizionale, fu amore a prima vista. Scelsi di fare il medico-igienista, ma anche di laurearmi in nutrizione umana, connubio perfetto per la mia professione. La collettività e l’individuo, il gruppo ed il singolo, i sani ed i malati, la prevenzione nutrizionale è per tutti ed è per sempre. Rispondo alle vostre domande, inviatele a: redazione@ilmattinodifoggia.it

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