I pensieri dell'Altrove
27.08.2017 - 10:15
Il mare ha onde grosse ed alte. Modificano gli assetti della sabbia, i contorni della spiaggia. C'è la bandierina rossa, il vento, tre bagnini che vigilano. Ma ci sono sempre quelli che "ma no, basta andare un po' più in là e ci si fa il bagno tranquillamente". Sono gli appassionati irriducibili del mare, quelli che non hanno mai i brividi per l'acqua fredda e non hanno mai avuto le righette che si formano sui polpastrelli, segnale, diceva mia mamma, che era ora che si uscisse dall'acqua. Chi resta a riva guarda questi nuotatori temerari a cavalcioni delle onde spumose, contenti di prenderle di traverso, di petto, di pancia, di faccia, di sedere. Da un po' di anni ho notato che il bagno, oltre che con la maschera se ne vale la pena, lo si fa con ancora addosso gli occhiali da sole. Forse presuppone un bagno breve, forse bruciano gli occhi, forse ci si scorda di averli, chissà. Sta di fatto che la signora straniera con il costume viola dalle aderenze perfette non solo si fa il bagno con il mare dalle onde grosse, ma pure con gli occhiali bifocali- progressivi- oscuranti- graduati tutto firmato Christian Dior. Due bracciate verso il largo incurante delle avversità marine, due bracciate contro il mare che la strattona sgarbatamente, due bracciate per dimostrare al mare, a noi ed ai suoi occhialoni francesi che niente la può fermare. Ed è così che li perde. Da lì in poi è tutto un gran lavoro di ricerca da parte del marito, i bagnini, gli amici. Tutti con maschere e boccali, tutti contro le onde, in mezzo alle onde, sotto le onde, appresso alle onde, nel disprezzo delle onde. Ma il mare è furbo, si prende tutto, figuriamoci un paio di lussuosissimi occhialoni con la griffe famosa e super costosa. Il mare è cinico, inghiotte e non restituisce mai, se non in forma tragica e distruttiva. Il mare è grande, è in movimento potente, accoglie e poi sputa quello che non gli piace. La ricerca va avanti per più di un quarto d'ora. Noi, al riparo sotto gli ombrelloni, in fondo in fondo ce la ridiamo, e penso che siamo tutti d'accordo nel credere che con quel mare grosso la perdita degli occhiali, la signora, se la sia proprio andata a cercare. Quando alla fine vediamo uscire il gruppo formato dai bagnini, della signora e gli amici della signora, tutti ci sembrano sconfitti e stremati. Degli eroi senza uno straccio di trofeo, tipo una lente sganciata ma recuperata, un pezzetto di stanghetta storta, niente, neanche una lettera "D" sopravvissuta. Il costume viola, fuori dall'acqua, appare strafacciato dal combattimento: una spallina ha ceduto, lo slip è fuori collocazione, il colore sembra quasi sbiadito. Ha perso tutto quell'orgoglio tipico di un costume viola, ora è un costume punito dagli schiaffi delle onde e dalla ricerca che ha prodotto zero risultati. Da un certo punto di vista sembra che oltre all'annegamento degli occhiali sia annegata anche l'altezzosità delle aderenze perfette e che sia sparito anche quel senso di esibizionismo che non misura l'imprevisto nè i suoi ineleganti effetti collaterali.
Intanto il mare continua ad avere la sua personale agitazione, i bagnini sono tornati a vigilare, il costume viola giace mortificato e avvilito su un lettino. Forse non verrà indossato mai più, forse le ferite ricevute durante la lotta gli hanno tolto fibra e nervi, forse vuole indietro solo la spallina scucita per un minimo sindacale di recupero dalla brutta caduta di stile. La signora dopo un po' se ne va, non so come proseguirà la sua vacanza senza occhiali, come farà a leggere stasera il menù dei dolci e a sopportare gli incontri mattutini con le borse sotto agli occhi che al mare si ingigantiscono. Chissà se ne ha uno di ricambio. Chissà quando finisce la vacanza. Chissà che fine ha fatto il costume viola. Fine.
P.s. il mattino seguente, alle sette in punto, hanno visto la signora con un grande rastrello setacciare da sola tutta la spiaggia. Il costume era nero. Il mare continua ad essere grosso. Molto grosso.
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