L'iniziativa originale
26.08.2014 - 18:25
«Localizzazione, chilometro zero, sono i principi che muovono i nuovi consumatori che rivendicano sempre più una partecipazione alle scelte delle imprese delle quali si servono. In tutto questo c’è una rivalutazione intellettuale del dialetto come primo accesso alla cultura di una comunità ristretta, tanto che anche la scuola ne favorisce lo studio attraverso progetti dedicati», spiega Donatacci.
«L’idea di scrivere un volantino di offerte commerciali interamente in dialetto, è tanto originale quanto temeraria ed audace. A maggior ragione se si considera che non esiste un modo univoco di scrivere il dialetto foggiano. I motivi di questa mancanza sono dovuti, oltre che alla incomunicabilità di alcuni autori e studiosi, anche e soprattutto alla scarsa produzione di opere nel passato con la conseguenza che non sono riuscite ad imporre un “modus scribenti” univoco così come è successo per altri dialetti, napoletano e ligure su tutti, che, dandosi un codice grammaticale, sono diventate vere lingue. Invero esiste un modo scientifico che regola la scrittura dei fonemi dialettali ma il suo studio richiede capacità e applicazione in tale quantità da scoraggiare chiunque si voglia divertire ad esternare i propri pensieri e i propri sentimenti in dialetto. Così accade che ognuno s’inventa delle regole a proprio uso e consumo che nel migliore dei casi troviamo apposte in appendice a qualche libello di poesie dialettali. Scrivere un volantino interamente in dialetto potrà portare alcuni vantaggi alla causa della scrittura dialettale condivisa, ad esempio: scrivere i termini dialettali non solo per ricordare parole in disuso ma anche per la trascrizione di termini usati correntemente;
incoraggiare la riflessione ed il confronto su alcuni neologismi dialettali proponendo le loro traduzioni; applicare il dialetto ad altri campi del quotidiano poiché finora la scrittura dialettale appartiene solo a poesie e testi teatrali; traghettare il dialetto aldilà della ricerca spasmodica del vocabolo desueto, come avviene in parte oggi nella produzione letteraria, ed aprirsi a nuove espressioni dialettali capaci di tradurre cose (in questo caso alimenti) che prima non esistevano. L’interesse e la valorizzazione del proprio patrimonio culturale è un fenomeno che sta interessando le nuove generazioni. Esaurita la necessità di sentirsi parte di una comunità globale che condivideva gli stessi interessi artistici, gli stessi gusti e gli stessi slang, l’uomo del XXI secolo sente sempre più la necessità di riaffermare la propria identità che nel frattempo aveva immolato sull’altare della globalizzazione. L’interesse della catena di Supermercati verso la denominazione dialettale delle merci va in questo senso: avvicinare l’azienda, i consumatori e i produttori al proprio territorio, valorizzando prodotti locali che porteranno, alla lunga, beneficio al territorio in termini di ricaduta occupazionale, per non vedere drenare risorse finanziarie da qualche gruppo multinazionale che prende soldi al Sud e li investe al Nord. Agli esperti di cultura del territorio, invece, spetta il compito di trasformare il nostro dialetto in lingua, dotandoci di poche regole chiare, certe e condivise», chiarisce lo studioso foggiano.
edizione digitale
Il nostro network
DREAMLAND PUBLISHING Ltd, - VAT GB179523965
Powered by Miles 33