La manifestazione del 18 agosto
07.08.2019 - 19:42
VENOSA - Esistono modi di comunicare che appartengono a tutti. La danza, per esempio. Un’arte talmente ancestrale da mettere in comunicazione al di là di ogni linguaggio di parola e, per questo, esperienza sociale e di partecipazione rituale collettiva grazie alla sua capacità di scrivere architetture leggibili attraverso lo spazio e la luce, recitate con il movimento.
Un corpo che danza rivela se stesso, la persona che incarna. Trasmette significati attraverso una
speciale sincronizzazione di gesti e modalità fusi e amplificati in una armonizzazione di espressioni.
Un corpo che danza intercetta occhi e pensieri. Costruisce luoghi di comunicazione viva e
drammatica disegnando punti di fuga di sentimenti e di sguardi, di riflessioni e di visioni.
Un corpo che danza manifesta efficacia e virtuosismo. Annuncia, dunque, sempre e comunque, lo
sforzo del sacrificio, dell’allenamento, della preparazione per essere all’altezza del proprio compito.
Oggi tantissimi adolescenti decidono di intraprendere lo studio della disciplina c.d. “dell’arte nel
movimento”. Una scelta finalizzata sicuramente a raggiungere, tramite l’acquisizione del gesto
scenico e del movimento della danza, la sinergia tra anima e materia quale strada privilegiata di
investigazione dell’io più interiore. Una scelta, però, volta anche a sostenere e a promuovere le
potenzialità di ciascuno, nel segno di una rivalutata concezione dello studio artistico-espressivo.
Quello studio che, al pari degli altri, può formare intellettuali veramente competenti nelle arti,
capaci, al contempo, anche di vivere di questo lavoro. In tale contesto Artfest – Festival delle arti
coreutiche – è nato ambiziosamente per sostenere artisti e giovani aspiranti danzatori attraverso la
costruzione di concrete opportunità di inserimento nel mondo della musica e della danza. Non si
caratterizza per essere semplicemente un festival di eventi performativi, seppure di altissimo profilo
nazionale e internazionale. Più propriamente può essere definito, a giusta ragione, una innovativa
piattaforma di alta formazione, ricerca e diffusione coreutica, che vede coinvolte in prima linea le
maggiori istituzioni del settore impegnate nell’organizzazione di un folto programma di lezioni,
masterclass, audizioni, spettacoli, colloqui, finalizzati a scoprire talenti ma anche a “sostenerli” con
borse di studio. L’obiettivo è, appunto, quello di mediare la costruzione di un dialogo tra consolidati
professionisti di varia estrazione artistica e giovani talenti, nell’ottica di una confronto autentico e
leale in ordine alle dinamiche di creazione artistica non solo in termini di diffusione dell’arte
coreutica ma anche di possibilità di studio e di occupazione.
Organizzato dall’associazione culturale venosina Etra, Artfest è giunto, quest’anno, alla sua
seconda edizione in programma a Venosa dal 19 al 24 agosto. Affidata alla direzione artistica della
coreografa venosina Carmen Vella, del danzatore del Teatro alla Scala di Milano Walter Madau e
del potentino primo ballerino alla Scala di Milano Claudio Coviello, l’edizione di quest’anno vede tra i protagonisti Claudia Cavalli e Vito Cassano - direttori della Compagnia Eleina D, Michele
Merola - direttore di MMContemporary Dance Company, il coreografo internazionale Enrico
Morelli - codirettore di Agora Coatching Project, Vito Cassano - docente dell’Accademia Kataklò,
Giulia Rossito - docente presso l’Accademia Teatro alla Scala di Milano, Gerardo Porcelluzzi -
docente di danza classica presso la Scuola di Danza del Teatro dell'Opera di Roma. Artisti di
eccellente esperienza professionale e di fama acclarata.
Tutti gli eventi abbracceranno il borgo antico della città oraziana individuato quale scenario ideale
di tutti i momenti didattici, di studio e performativi. Una scommessa nella scommessa: la
riqualificazione umana/urbana dei siti della storia e dell’arte trasformati in luoghi luminosi,
partecipati, colorati e riempiti di giovani, di armonia e di bellezza.
Una operazione intelligente di ricollocazione della danza tra le componenti non sottovalutate della
cultura italiana funzionale a contribuire utilmente alla valorizzazione delle bellezze locali in un
delicato equilibrio tra visibile e invisibile. Perché della danza non resta nulla di materiale ma essa
confluisce nello spazio e nel luogo che l’ha generata.
Le iscrizioni sono in corso.
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