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L'incantevole "leonessa" si è spenta all'età di 75 anni

Addio " bella masciara lucana"

Daliah Lavi, attrice e cantante di fama internazionale fu protagonista de "Il demonio" girato in Lucania

Addio " bella masciara lucana"

Daliah fu icona più discreta e meno prorompente rispetto alle più popolari ed esplosive Brigitte Bardot, Rosanna Schiaffino o Elke Sommer del tempo, ma la sua capacità attoriale, ricordata anche forse un po’ impropriamente da alcuni come screamqueen, decretano il suo talento sin dalla giovane età. A fine anni ’60 il caschetto moro, la minigonna e le sue gambe chiuse in stivali alti, la fecero conoscere al pubblico americano come l’”arma segreta”, l’agente "The Detainer", vera e propria sex symbol nel film “James Bond 007 - Casino Royale" (1967), dove recitò accanto a stelle del firmamento hollywoodiano come Woody Allen, Peter Sellers, Orson Welles e Ursula Andress e tanti altri

 

L’incantevole “leonessa" bruna si è spenta, all’età di 75 anni, nella sua casa ad Asheville, in North Carolina.
"Leonessa", poiché "Lavi", come specificato nel Talmud, ne è il suo significato.

Daliah Lewinbuk, in arte Daliah Lavi, figlia di madre tedesca e padre russo, nacque il 12 ottobre del 1942 a Shave Ziyon bei Haifa, in Israele, muovendo i primi passi nel mondo dell’arte come ballerina classica, studiando al Royal Opera House di Stoccolma, in Svezia. 

Fu l’attore Kirk Douglas a scoprirla ed egli può essere accreditato come il vero talent scout di Daliah. Douglas, infatti, nel 1952 stava girando il film drammatico ”I perseguitati” di Edward Dmytryk, nel piccolo villaggio Shavi Zion, dove  incontrò la famiglia Lewinbuk. Era il decimo compleanno di Daliah e la famiglia celebrò una festa in cui furono invitati Douglas e la troupe del film. Come regalo di compleanno, l’attore regalò a Daliah un abito da ballo e, due anni dopo, organizzò una borsa di studio per lei; fu lì che la piccola stella cominciò a studiare danza classica alla Royal Opera House ma, a causa di problemi di pressione sanguigna bassa, dopo tre anni, ella dovette rinunciare alla danza. 

Nel 1955, Daliah, debuttò nel film svedese “ll Popolo di Hemsö”, (Hemsöborna) dall’omonimo romanzo, che avviò la sua carriera cinematografica. 

Tornata nel suo paese, Daliah, lavorò come modella, mentre “voci di corridoio”  del tempo, sostenevano servisse l’esercito militare israeliano. 

Tuttavia, tralasciati i rumors, la carriera della Lavi, a partire dalla fine degli anni ’50 sino alla fine degli anni ’60, si sviluppò esclusivamente nel cinema, facendola conoscere in tutta Europa, sino ad un breve ma importante sbarco ad Hollywood.

L’attrice, nota per essere la masciara posseduta nell’horror “ Il Demonio” di Brunello Rondi (1963) e nota per essere la bella Nevenka Menliff nel gotico horror “ La frusta e il corpo” di Mario Bava, partecipò ad altrettanti importanti film, come ad esempio nel giallo poliziesco “Il Gioco Della verità” di Robert Hossein (1961); nel film drammatico “Due settimane in un'altra città” (1962) di Vincente Minnelli; in “Lord Jim” di Richard Brooks (1965), basato sul racconto di avventura di Joseph Conrad ed il capolavoro thriller basato sull’ omonimo racconto di Agatha Christie,“Dieci piccoli indiani” di George Pollock (1966). 

 

Daliah fu icona più discreta e meno prorompente rispetto alle più popolari  ed esplosive Brigitte Bardot, Rosanna Schiaffino o Elke Sommer del tempo, ma la sua capacità attoriale, ricordata anche forse un po’ impropriamente da alcuni come screamqueen, decretano il suo talento sin dalla giovane età. A fine anni ’60 il caschetto moro, la minigonna e le sue gambe chiuse in stivali alti, la fecero conoscere al pubblico americano come l’”arma segreta”,  l’agente "The Detainer", vera e propria sex symbol nel film “James Bond 007 - Casino Royale" (1967), dove recitò accanto a stelle del firmamento hollywoodiano come Woody Allen, Peter Sellers, Orson Welles e Ursula Andress e tanti altri.

A fine anni ’60,  abbandonò i ruoli di  attrice e modella, concedendosi alla musica. 

Fu l’attore isrealiano Chaim Topol a convincere la Lavi a cantare e ad incidere dei dischi. Nel 1969 le fu chiesto di cantare alcune canzoni ebraiche in uno show della BBC e il risultato fu un contratto con la Polydor, nel 1970. Il suo primo singolo "Liebeslied jener Sommernacht” divenne un successo e, da lì, iniziò la sua carriera sino agli anni ’90. Ha inciso dischi in tedesco, ebraico, francese, italiano, spagnolo e inglese. Molte delle sue canzoni sono cover, tra cui ricordiamo “Here’s To You”, brano scritto da Joan Baez e musicato dal maestro Ennio Morricone, facente parte della colonna sonora del film  “Sacco e Vanzetti”, dedicato ai due anarchici Bartolomeo Sacco e Nicola Vanzetti.

Dal 2008, Daliah decise di abbandonare piano piano ogni carriera artistica e comparire sempre meno in pubblico. 

Ci abbandona così all’improvviso, in un silenzio commovente, questa bellissima attrice dalla carriera cinematografica quasi fulminea rispetto alle sue doti artistiche. Lasciò il cinema per la musica ed ora, a noi,  lascia la dolcezza e la profondità della sua voce, come ricordo da ascoltare; la sua bellezza e le sue doti ancora e per sempre possibili da ammirare.

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