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L'emergenza in Basilicata

Basilicata: polemica sulla sospensione dei trasporti

Il presidente Cotrab Giulio Ferrara «Devo rettificare. È la Regione a non aver prorogato il servizio»

Basilicata: polemica sulla sospensione dei trasporti

Il segretario generale Filt Cgil, Luigi Ditella, avvia una polemica nei confronti del Cotrab, Consorzio trasporti aziende Basilicata. Oggetto una nota inviata dal Consorzio al presidente della Regione Vito Bardi e all’assessore regionale alla Mobilità Donatella Merra, in cui si comunica che dal primo aprile non si garantirà il servizio di trasporto pubblico locale. Una decisione che comporterebbe il licenziamento di 1300 lavoratori e che la Federazione definisce priva di motivazione valida, palesemente illegittima e un’aggravante alla situazione emergenziale in atto. Abbiamo contatto in cerca di delucidazioni il presidente del Cotrab Giulio Ferrara.

Conferma la scelta del Consorzio circa la sospensione del servizio di trasporto?

«Devo rettificare. Noi non abbiamo preso nessuna decisione. Il 31 marzo, agli atti, termina il servizio che la Regione non ha provveduto a prorogare. Noi non siamo proprietari dell’attività di trasporto, ma gestori. Non abbiamo perso il senno, a parlare sono le norme».

La discussione è scaturita da una nota inoltrata al presidente della Regione e all’assessore alla Mobilità.

«Si l’ho inviata a tutti i soggetti interessati, firmata da tutte le imprese che si occupano della gestione dei servizi».

In vista della comunicazione fatta, può fornici chiarimenti circa la situazione attuale?

«La comunicazione è successiva a una conferenza stampa organizzata nel mese di febbraio, in cui si ricordava agli enti la scadenza dell’erogazione del servizio, il giorno 31, per dare a tutti la possibilità di organizzarsi in merito. Affermare la possibilità di un licenziamento collettivo, significa che qualora non si dovesse trovare un accordo con i sindacati e la Regione e non si disponesse più di servizi, sarebbe impossibile sostenere una forza lavoro che nella concretezza non avrebbe un lavoro da svolgere».

Cosa devono aspettarsi i lavoratori?

«Ci sentiamo responsabili per le molte persone che lavorano con noi e che non vanno trattate come merce di scambio. Qualora le nostre imprese fossero costrette al licenziamento, i dipendenti sarebbero necessariamente impiegati presso i nuovi affidatari del servizio. Cosa cambierebbe per loro? Semplicemente la divisa».

Rivolgendosi a chi ha sollevato il polverone: «Questo comportamento serve a nascondere i problemi reali verso cui tutti dovremmo prestare attenzione e dare una mano».

 

 

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