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Melfi, la via della campagna da costrizione ad aspirazione: l'azienda podere Malvarosa

Raffaella Irenze: «Man mano che cresceva il mio bisogno di casa aumentava il desiderio di conoscere tutte le piante. L’amore per la mia terra e la passione per le piante mi hanno permesso di costruire il mio lavoro in Basilicata. Qui non mi manca nulla»

Melfi, la via della campagna da costrizione ad aspirazione: l'azienda podere Malvarossa

Dalla città alla campagna: Raffaella Irenze ha 35 anni e vive nuovamente a Melfi dal 2012. Podere Malvarosa è la sua azienda agricola. E’ la responsabile regionale di Coldiretti Donne Impresa e ci racconta la sua esperienza di richiamo alla terra d’origine: “Mi definisco contadina ma sulla carta sono imprenditrice agricola, esperta in piante officinale e selvatiche, operatrice fattorie didattiche e multifunzionali, educatrice ambientale del ceas del Vulture, seed saver e referente regionale di Civiltà Contadina, oltre che membro dell’Osservatorio regionale sull’Agricoltura Sociale.

 Com’è nata la sua passione per l’agricoltura? E come è diventata il suo lavoro? Fin da bambina il vivere i nonni in campagna mi ha condizionata, andare a trovarli significava ogni volta passare ore in giardino davanti al podere o nei campi. Spesso i lavori dell’azienda riunivano tutti gli adulti della famiglia e noi bambini eravamo lì a vivere i nostri giochi tra alberi, fiori e animali, coltivazioni di pomodori e campi di grano. Ricordo bene il risveglio d’ inverno, quando la bisnonna usciva per raccogliere le uova e farci l’uovo sbattuto. Il focolare era sempre acceso, in tv passavano i cartoni animati. Mi innamoravo di ciò che la nonna mi mostrava, mentre durante i giochi d’ estate tra un nascondino e l’altro eravamo d’ intralcio alla nostra bisnonna nel suo campo perfetto di camomilla. Una immagine che mi ha segnata per sempre. Scopro la passione per l’agricoltura solo quando andando via da Melfi, nel periodo universitario, inizio a percepire i vuoti creati dal distacco dalla mia terra. Uno di questo era la vita in campagna che fino a poco tempo prima, da adolescente, avevo vissuto come una costrizione. Man mano che cresceva il mio bisogno di casa aumentava il desiderio di conoscere tutte le piante.

Vivere nella natura e dedicarsi ad essa rappresenta un valore aggiunto per il benessere fisico e mentale. Cosa l’ha spinta a tornare in Basilicata? E questo ha mai rappresentato un limite per i suoi obiettivi professionali? Con il passare degli anni, le esperienze, prima universitarie e poi lavorative, hanno fatto sì che la mia vita passasse dalla città alla campagna. Il lavoro in laboratorio erboristico e la raccolta delle erbe spontanee, l’esperienza in agricoltura nelle aziende vitivinicole toscane hanno permesso la mia formazione in agricoltura. Nel 2012 decido di rientrare in Basilicata. Dopo alcuni anni di sperimentazione acquisisco l’azienda familiare per condurla in modo innovativo rispetto alla tradizione agricola lucana. Sono una persona che deve sempre fare qualcosa di nuovo, il ritmo stagionale della natura mi permette di non stancarmi mai e vivere una nuova esperienza ogni cambio di stagione. Faccio l’orto insieme alla mia famiglia da dieci anni, accanto ci coltivo fiori e piante officinali. Sono una seed saver, socia di Civiltà Contadina (la prima associazione nazionale di tutela biodiversità rurale) e recupero semi dimenticati incontrando vecchi contadini e coinvolgendo i bambini attraverso progetti didattici. In Basilicata sono tanti i saperi ancora conservati che vanno tutelati. Grazie a Coldiretti e al mio ruolo di presidenza delle Donne agricoltrici lucane abbiamo costruito progetti didattici sull’agricoltura e sulle tradizioni agricole, progetti che abbiamo portato nelle scuole lucane e nel mondo del sociale. Con i bambini abbiamo recuperato semi, con i ragazzi svantaggiati e le donne vittime di tratta abbiamo perfino fatto pane e pasta. Il mio amore per la mia terra e la passione per le piante mi hanno permesso di costruire il mio lavoro in Basilicata. Qui non mi manca nulla.

 Ci racconti della sua azienda e dei progetti futuri. La mia azienda, Podere Malvarosa, è una piccola realtà rurale condotta secondo i principi dell’agricoltura organica e certificata biologica. Siamo produttori di olio extra vergine di oliva, a cui accostiamo piccole coltivazioni per la sussistenza familiare e il km0. Quando possibile faccio vendita diretta e consegne a domicilio di frutta e verdura di stagione. Mi sto concentrando sulla coltivazione di piante utilizzate in cucina, dagli aromi ai fiori da ristorazione e pasticceria. Il mio è uno studio continuo basato sul conoscere ogni pianta e soprattutto le componenti chimiche per comprendere quale è commestibile e quale no. Credo che oggi l’agricoltura debba fare un salto generazionale; certo l’agricoltura tradizionale è la nostra radice da cui attingiamo informazioni per comprenderne il lavoro ma sono convinta che oggi l’agricoltura vada fatta soprattutto da chi ci ha dedicato studio e tempo, perché è importante conoscere migliorare il modo di gestire la terra che modifichiamo per ottenerne i frutti. L’idea di sfruttare la terra con soli investimenti economici limita il nostro voler salvare il pianeta da una catastrofe imminente vedi l’agricoltura intensiva e l’utilizzo di pesticidi e insetticidi), bisogna metterci il cuore e la passione, bisogna studiare e bisogna fare cultura! Per questo consiglio sempre ai miei clienti di scegliere in base all’amore e all’ onestà dell’agricoltore. Oggi è facile dire naturale, dire prodotto genuino, ma quanti giovani sono veramente coraggiosi da voler investire in un lavoro come questo sostenendo spese e dedicando energie? Ci vuole coraggio oggi per aprire una partita iva in agricoltura e lavorare per produrre il cibo per la comunità. 

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