L'inchiesta
26.01.2021 - 16:41
Un sistema collaudato per frodare la pubblica amministrazione e ricevere fondi destinati ai giovani agricoltori con finte compravendite di terreni e fabbricati, mai usati per attività agricole. È il meccanismo criminale portato alla luce dalle indagini della guarda di finanza di Matera, coordinate dalla locale procura che ha portato al fermo di 11 persone - tra cui un funzionario Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) e un impiegato della Regione Basilicata - e il sequestro di beni e immobili per un totale di 8,2 milioni di euro.A guidare il gruppo criminale un funzionario dell'istituto pubblico, creato con lo scopo di incentivare l'ingresso in agricoltura dei giovani con agevolazioni economiche, e un imprenditore agricolo-zootecnico di Montescaglioso, nel materano.Secondo quanto ricostruito dalle fiamme gialle, il gruppo avrebbe creato un sistema collaudato per incassare fondi pubblici. Individuato il proprietario di terreni e fabbricati, di dubbia commerciabilità, gli si chiedeva di venderli a un giovane che, solo sulla carta, si sarebbe dedicato all'agricoltura usufruendo del regime di aiuto pubblico. A quel punto entrava in gioco il tecnico agronomo che aiutava a presentare la domanda, prospettando un progetto agricolo che sembrasse credibile. Una volta conclusa positivamente l'istruttoria da parte di Ismea, anche grazie alla compiacenza del funzionario, l'ente pubblico acquistava terreni e fabbricati liquidando il valore al venditore e lo rivendeva, con patto di riservato dominio, al finto agricoltore in erba con l'obbligo di quest'ultimo di restituire il mutuo in trent'anni.Il falso agricoltore, prestanome del venditore o un prestanome professionista, non solo non si dedicava all'attività agricola, ma non pagava le rate, consentendo così la continuazione della truffa. Tutto quanto è stato reso possibile anche perché Ismea, non faceva alcun controllo, ma soprattutto non avviava alcuna azione nei confronti del prestanome moroso, cosa anomala se si considera che la normativa prevede al mancato pagamento di due rate la sospensione del mutuo.Il tutto con la collaborazione di due tecnici agronomi di fiducia del funzionario Ismea e di un impiegato della Regione Basilicata che doveva convalidare i valori di stima e l'attendibilità del progetto. All'esito delle attività di indagine la procura ha ritenuto esistente un grave quadro indiziario nei confronti di 22 persone tra cui anche un libero professionista di Matera, di un finto acquisto per ottenere circa 280mila dall'operazione, nonché nei confronti di cinque imprese. Gli indagati avrebbero ottenuto finanziamenti agevolati non dovuti in almeno 5 pratiche di primo insediamento giovanile Ismea per un ammontare complessivo di circa 6 milioni di euro. Una sesta pratica, per un finanziamento di 900mila euro circa, non è stata portata a compimento a causa di un errore contabile commesso dagli indagati che non avevano allegato la certificazione bancaria.Il giudice delle indagini preliminari, sulla base delle richieste avanzate, ha ritenuto la gravità delle fonti di prova prospettate, disponendo la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di 11 persone e il sequestro preventivo di oltre 4,5 milioni di euro agli indagati, nonché il sequestro preventivo dei beni relativi a 5 aziende per un valore di circa 3,7 milioni di euro per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa nei confronti dello Stato, corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, riciclaggio, autoriciclaggio, ricettazione, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atto pubblico, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, favoreggiamento personale, emissione di fatture per operazioni inesistenti.
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