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Su Marti è botta e risposta leghista: l'inquisitore Di Maggio sentenzia su Facebook, gli risponde Coviello

Inquisizione social?

Su Marti è botta e risposta leghista: l'inquisitore Di Maggio sentenzia su Facebook, gli risponde Coviello

Su Facebook l'ex senatore materano Di Maggio (attualmente esponente della Lega) già candidato presidente alle elezioni regionali del 2013 e sconfitto da un plebiscito bulgaro a vantaggio dell'ex governatore lucano Marcello Pittella, punta il dito contro il commissario della Lega, il senatore pugliese Roberto Marti. Chiede: «Per un amico di Potenza: ma è possibile che la Lega di Basilicata debba avere un Commissario così di spicco?». A corredo viene caricato, dallo stesso Di Maggio, anche lo screenshot di un articolo di una testata giornalistica riguardante un'inchiesta giudiziaria del 2018 in cui è coinvolto l’attuale commissario della Lega Basilicata. Marti, infatti, prima di approdare in Senato è stato assessore ai servizi sociali del Comune di Lecce dal 2004 e il 2010, nella giunta di centrodestra guidata all’epoca dal sindaco Paolo Perrone. Le accuse, ad oggi, sono tutte da dimostrare e per questo motivo, in casa Lega, non si è fatta attendere la risposta del capogruppo consiliare Tommaso Coviello: «Rispondo ad un amico di Matera: la logica del sospetto e del pregiudizio, unitamente all'inquisizione social, non si addicono ad un ex componente della Commissione Giustizia. I processi - ha concluso - li lasciamo a chi di mestiere e nei luoghi opportuni».

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