Nodi in Vaticano
18.02.2021 - 10:07
L’accordo tra Cina e Vaticano desta molte perplessità. Certamente il trattamento nei confronti del cardinale Joseph Zen ha suscitato molta amarezza. È arrivato dalla Cina ad ottobre 2020, dopo quattro giorni di attesa in un albergo, ha lasciato una lettera al papa ed è andato via senza udienza. Il Vescovo di Hong Kong dal 1996 al 2009, il cardinale Zen è un oppositore del regime comunista cinese, che di comunismo non ha nulla. Lo stesso Zen, nell’intervista rilasciata a “La Nuova Bussola Quotidiana”, si mostra allibito in quanto non si sa nulla di questo concordato tra Chiesa Cattolica e Cina. Da bambini c’insegnavano che la storia va studiata per non fare gli stessi errori, ma non è così, l’errore fatto dalla Chiesa ai tempi di Mussolini è ripetuto oggi, ma non solo nel caso della Cina, ma su più fronti. “La Santa Sede pensa di guadagnare qualcosa, ma invece ha perso tutto”, dice Zen, “il povero ha bisogno di essere aiutato, e la Chiesa in Cina è molto debole, con questo accordo la Chiesa ha perso tutto, la Chiesa clandestina, quella non riconosciuta dal regime, adesso perde anche quei pochi diritti conquistati con fatica”. I vescovi illegittimi ora non ci sono più, questo è il vantaggio secondo i sostenitori della Santa Sede, ma legittimare solo dal punto di vista giuridico risolve la situazione? I dittatori hanno sempre preso in giro chiunque, nascondendo le proprie intenzionalità, la legittimazione “è una pura veste esteriore che la Santa Sede ha messo a questa gente, ma non è cambiato niente, e (i preti legittimati) sono solo servi del governo, invece di essere servi della Chiesa”. E continua: “questi di oggi sono diventati vescovi perché scelti dal governo per fare carriera, non si sono preoccupati di essere legittimati dalla Chiesa, adesso con l’aiuto del governo hanno avuto questa legittimazione, ma non è che sono cambiati, hanno invece cantato vittoria, trionfo, perché dicono: noi abbiamo fatto la scelta intelligente di stare dalla parte del governo, mentre gli altri che dicono di essere fedeli (alla Chiesa) devono venire con noi, ecco questo è il fatto, perciò, non è che sia stato un progresso, ma un regresso”. La Santa Sede afferma che l’accordo non ha nulla a che fare con i cattolici cinesi, ma il governo lo usa per affermare la legittimità della loro azione, compresa quella di scegliere i candidati vescovi, e che questo è legittimato proprio dall’accordo con la Santa Sede. Ma la gente non conosce cosa ci sia scritto in esso e crede che il papa sia d’accordo e accetta tutto quello che il governo fa e dice in merito, anche se su certe cose non c’è stata l’intesa, quindi questo accordo, rimasto segreto, è stato fortemente strumentalizzato affinché il governo faccia quello che vuole. Per esempio, i cristiani sotto i 18 anni non possono entrare in chiesa, con questo patto il governo ha comunicato che il papa è d’accordo con le regole imposte da loro, compreso il fatto che adesso tutte le chiese sono di proprietà del governo. Molti preti clandestini dicevano messe nelle case, il governo chiudeva un occhio, non indagava più di tanto, da quando è stato stipulato l’accordo, invece, vengono arrestati, messi in prigione e il governo dice ai fedeli che non possono più celebrare nelle case “e sono tornati veramente allo stato delle catacombe”, afferma Zen. Quindi, i preti clandestini ora corrono rischi molto peggiori di prima e i vescovi clandestini non sono stati riconosciuti neanche dopo l’accordo. In sette diocesi il vescovo non era legittimo da parte del governo, solo due sono stati legittimati dopo l’accordo, la Santa Sede ha chiesto agli altri di dimettersi. Questi vescovi adesso fanno parte di una Chiesa indipendente, obbligati ad essere venuti all’aperto, ma adesso è una Chiesa divenuta scismatica non per loro volontà. Zen afferma: “La Santa Sede dice che i vescovi che non sono stati legittimati sono liberi di non esserlo, ma è un’affermazione farisaica, in quanto questi vescovi non rientrati sotto il regime sono abbandonati e destinati ad una morte naturale, son destinati a sparire, questa è la cosa più crudele. Sono intervenuto a Roma, volevo parlare col cardinale Parolin davanti il Santo Padre, ma, come voi sapete, non ho ottenuto questo. Parolin ha obbligato il papa a fare una cena con me, ma non ha lasciato che noi due parlassimo su questo documento, il papa con un po’ d’imbarazzo alla fine della cena ha detto ci vedrò su questo documento e mi ha accompagnato alla porta”.
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