La mala potentina
04.12.2021 - 17:50
Dorino e Natale Stefanutti
«Mio padre ha un livello criminale più alto di Martorano. Martorano aveva l'investitura di capo clan ma era mio pare ad avere invece gradi criminali più elevati». Parola di Natale Stefanutti, figlio di Dorino, diventato qualche anno fa un testimone di giustizia. Da allora è in un programma di protezione. L'11 novembre 2015 ha raccontato ai magistrati della Procura antimafia potentina che, secondo lui, era Stefanutti l'uomo che godeva di una considerazione superiore fuori dai confini lucani.
«Mio padre ha avuto rapporti con i clan Pesce, Piromalli, Grande Aracri e Manfredi». Tra Stefanutti e Martorano c'era da sempre un mutuo soccorso. «Martorano ci ha aiutato economicamente quando mio padre era detenuto, ad esempio durante il processo Penelope. Martorano era uscito prima di mio padre e ci ha aiutati economicamente, pagando anche le spese legali. Questi aiuti economici erano regali e anche frutto di comui attività delinquenziali». Poi Stefanutti ricambiava. «Anche mio padre ha aiutato Renato Martorano durante la sua detenzione. Due persone di fiducia della famiglia Alemagna, tali Riccardo e Antonello, non ricordo se quest'ultimo abita a Roma dovevano aiutare Martorano per un procedimento in Cassazione; mio padre ha consegnato un biglietto a Giovanni Tancredi con l'indicazione del giudice di Cassazione che doveva occuparsi del processo; questo biglietto è stato consegnato da Tancredi a Roma a uno dei due che ho indicato. Costui avrebbe quindi avvicinato il giudice. Questo mi è stato riferito da Tancredi, il quale faceva riferimento a ciò che si poteva fare di analogo con riferimento alla posizione di mio padre nel processo per l'omicidio di Abruzzese (maturato nell'ambito della gestione dei videopoker).
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