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Massimiliano Ossini alla scoperta della montagna lucana

Il viaggio di Linea bianca tra i comuni della Basilicata

Massimiliano Ossini alla scoperta della montagna lucana

«Sospeso tra spazio e tempo, nella magia di voli e traversate, alla scoperta di un mondo intero racchiuso in una sola regione»: una descrizione che può riferirsi a una sola regione, la Basilicata. Ancora una volta le telecamere di Rai uno si sono soffermate sulla bellezza e sulla unicità del nostro territorio all’interno della trasmissione Linea Bianca condotta da Massimiliano Ossini e Giulia Capocchi. La conferma di un interesse sempre crescente per la Lucania, che era stata protagonista, solo qualche settimana fa, della storica trasmissione Linea verde dove l’acquedotto del Frida, la galleria di valico di Caramola, il Parco del Pollino e le fontane storiche di Rionero in Vulture hanno conquistato i telespettatori della rete ammiraglia.

La trasmissione di Ossini, invece, ha messo in luce aspetti a molti sconosciuti: il lato più avventuroso e selvaggio dei monti lucani.

Il viaggio parte dal Monte Santa Croce, con uno sguardo su Pizzofalcone e sul monte Alpi, che nulla ha a che vedere con la catena montuosa che non tocca la Basilicata. Si tratta invece del Parco Nazionale del Pollino, il più grande d’Italia, sul quale sorgono impianti sciistici di tutto rispetto.

Non solo Pollino. Emblematico è il caso di Pietrapertosa, dove la roccia domina l’intero paese: basti pensare alla gradinata normanna, ossia sessantadue gradini scavati dai normanni tra l’undicesimo e il dodicesimo secolo, utilizzato come punto di avvistamento su tutta la vallata del Basento, divenuta oggi un’attrazione turistica anche per bambini. Un tuffo nella storia, che si divide tra la dominazione normanna e quella saracena, ricostruibile attraverso le tracce lasciate nel paese, come la presenza del quartiere Arabata che, unito alla particolarità del territorio, ha fatto guadagnare a Pietrapertosa una citazione nel libro “L’istituto” di Stephen King. Non solo il ben più noto Volo dell’angelo, quindi, ma anche le meravigliose Vie ferrate, tra le più lunghe del sud Italia, e il cammino delle sette pietre, che raccontano radici e culture del posto.

Una vera e propria traversata quella realizzata dai due conduttori, i quali hanno potuto toccare con mano la natura argillosa dei Calanchi di Montalbano Jonico e la pienezza dei boschi del territorio di Calvello, comune premiato con la certificazione di gestione forestale sostenibile Pefc.

In questa carrellata di bellezze impossibile non parlare del paese fantasma per antonomasia, Craco, abbandonato dai suoi abitanti negli anni Sessanta per via dello smottamento causato proprio dal terreno argilloso, e del ponte tibetano di Castelsaraceno, il più lungo al mondo. 586 metri di pura adrenalina e incanto, unisce il Parco Nazionale del Pollino e quello dell’Appennino lucano, meritandosi il nome di “ponte tra i due parchi”, ma non è solo questa la ragione della sua importanza. Per la popolazione del posto ha rappresentato una ventata d’aria fresca, una sferzata di ottimismo in tempi non certamente floridi; un motivo per scegliere di rimanere, e per decidere di sfruttare e amare ciò che li circonda. «Gli uomini della Lucania hanno capito che tutto quello che abbiamo intorno è estremamente fragile e quindi dobbiamo prendercene cura», ha affermato in chiusura di puntata Massiliano Ossini, dopo aver assaporato l’impegno e la dedizione di chi ha deciso di dispiegare le proprie forze su un territorio complesso geograficamente ed economicamente e di chi ha deciso di portare avanti le tradizioni con uno sguardo al passato e uno al futuro.

 

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