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Raccordo Sicignano - Potenza, la denuncia di un lettore: «È mono corsia da 15 anni»

Per la rubrica "Riceviamo e pubblichiamo" le riflessioni di un lavoratore pendolare

Raccordo Sicignano - Potenza, la denuncia di un lettore: «È mono corsia da 15 anni»

«Sono come tanti miei colleghi un lavoratore pendolare e 5 giorni a settimana mi reco dalla provincia di Potenza a quella di Salerno, andata e ritorno. D'inverno e d'estate, con la pioggia e con la neve, con il sole o con il vento. Il raccordo autostradale Sicignano - Potenza versa in condizioni vergognose, non è possibile la presenza di un cantiere perenne e infinito. Forse rifare il raccordo ex novo, senza ristrutturare i viadotti esistenti sarebbe costato meno in termini economici e di tempo. Arrivare al bivio di Sicignano degli Alburni è un viaggio nel viaggio su una strada ormai da forse 15 anni mono corsia, eppure dovrebbe essere nell'interesse di tutti avere un collegamento ottimale con la vicina Campania. Domando al Presidente della Regione Basilicata Vito Bardi: ci apprestiamo alla stagione turistica in queste condizioni? è questo il biglietto da visita? è questa la mobilità che può contribuire alla crescita economica e commerciale? con questi presupposti vogliamo attirare gli investitori, le imprese, gli stabilimenti industriali? Il discorso potrebbe essere approfondito anche per quanto concerne la sicurezza stradale ma ho assistito a troppi incidenti nel corso di questi anni e potrei essere di parte. Mi auguro che i lavori infiniti e la ristrutturazione perenne possa portare un giorno a qualche risultato tangibile, per ora è l'ennesima vergogna tutta lucana e mi metto nei panni dei numerosi pendolari che dalla Provincia di Potenza si recano a Potenza città quotidianamente. Penso a studenti e lavoratori, noi lucani non meritiamo tutto questo. Le colpe vengono da lontano, da chi ha governato negli ultimi decenni la nostra Regione, da un centrosinistra totalmente lontano dalla realtà delle cose, ma qualcuno, oggi, in giacca e cravatta si inizi ad occupare seriamente del presente perchè del cambiamento sbandierato sui palchi non c'è alcuna traccia».

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