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i crediti maturati dalla regione Basilicata dal lontano 2002

ESCLUSIVO | Siccità e non solo: la Regione Puglia avrebbe debiti per circa 80 milioni con Via Verrastro, senza un accordo Bardi sarebbe pronto a tagliare le forniture irrigue verso la Puglia

Basilicata terra di "oro blu", i 3 grandi schemi idrici lucani (lo Jonico-Sinni, l’Ofanto ed il Basento-Bradano) sono a carattere interregionale e tra i più importanti del Mezzogiorno: sono destinati a soddisfare le esigenze potabili, irrigue e industriali della stessa Basilicata per il 40%, della Puglia per il 58% e del 2% per la Calabria settentrionale

ESCLUSIVO | Siccità e non solo: la Regione Puglia avrebbe debiti per circa 80 milioni con Via Verrastro, senza un accordo Bardi sarebbe pronto a tagliare le forniture irrigue verso la Puglia

C'è siccità e non solo: il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, al termine dell'incontro con la Conferenza delle Regioni senza troppi giri di parole ha affermato che la criticità è importante e che si sta lavorando per i parametri sullo stato di emergenza. Il governo Draghi e la Protezione Civile si sono messi in moto per varare un decreto che entrerà in vigore probabilmente a luglio. Tra gli interventi in cantiere si punta a garantire l’irrigazione per le attività agricole e l'acqua idropotabile, ovvero l’acqua che arriva nei rubinetti delle civili abitazioni, anche se per queste non è da escludere un eventuale razionamento con uno stop nelle ore notturne. I cittadini avrebbero un divieto, oppure potrebbe essere varata una vera e propria sospensione ipotizzata da mezzanotte alle 6 del mattino con lo stop a tutte le attività idriche non essenziali (ad esempio le fontane). In attesa dei provvedimenti e della strategia di Palazzo Chigi, Erasmo D’Angelis, segretario generale dell’Autorità di bacino dell’Italia centrale, in un’intervista rilasciata a Pino Di Blasio per La Nazione, spiega che «L’Italia deve decidere: le infrastrutture d’acqua devono avere la stessa importanza strategica di autostrade, ferrovie e vie digitali. C’è una sottovalutazione impressionante, l’acqua è un bene pubblico ma non rientra nei finanziamenti pubblici da oltre 30 anni. Sui 200 miliardi di investimenti del Pnrr all’acqua è destinato tra l’1 e il 2% della torta». Un paradosso, perché «siamo il Paese più ricco d’acqua d’Europa. Sull’Italia piovono 302 miliardi di metri cubi di acqua in media all’anno, più che in Gran Bretagna o in Francia. A Roma piovono 800 millimetri all’anno, a Londra 760 millimetri. Abbiamo 1.053 grandi falde montane, 7.494 corsi d’acqua con 1.242 fiumi a carattere torrentizio. Più 347 laghi e 526 dighe. Il problema è che stocchiamo meno acqua rispetto agli anni ’70. Cinquant’anni fa riuscivamo a immagazzinarne 9 miliardi di metri cubi in più».

Le prime quattro regioni pronte ad accedere allo stato di emergenza idrico sono Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Umbria. Non se la passano bene anche il Veneto e il Lazio. In Puglia non c'è ancora una vera emergenza ma è già scattato uno stato di preallarme. La siccità - ha spiegato Coldiretti Puglia - che ha colpito molte regioni d’Italia ha, almeno per il momento, risparmiato le riserve idriche pugliesi che, grazie alle piogge invernali, mostrano una situazione simile o in alcuni casi addirittura migliore rispetto all’estate scorsa. Nel principale invaso pugliese, la diga di Occhito sul Fortore, ci sono quasi 184 milioni di metri cubi di acqua (dato aggiornato dal Consorzio di bonifica della Capitanata), un milione in più rispetto allo scorso anno.

In Basilicata, invece, terra storicamente ricca di "oro blu", si registra una situazione migliore. Per ora - come segnalato da Coldiretti - non c’è una vera e propria emergenza siccità, grazie ai circa 408 milioni e 300 mila metri cubi di acqua disponibile negli invasi lucani: un dato comunque peggiore di circa 37 milioni di metri cubi rispetto allo stesso periodo del 2021 ma che non desta, ad oggi, grande preoccupazione. A preoccupare la Puglia e gli agricoltori pugliesi e a mettere in difficoltà anche la Regione Basilicata sono però le perdite ai 3 grandi schemi idrici lucani (lo Jonico-Sinni, l’Ofanto ed il Basento-Bradano) che sono a carattere interregionale, tra i più importanti del Mezzogiorno e che sono destinati a soddisfare le esigenze potabili, irrigue e industriali della stessa Basilicata per il 40%, della Puglia per il 58% e del 2% per la Calabria settentrionale. Dal Pnrr ci sono, sul piatto, ingenti risorse per ammodernare la rete idrica ed intervenire sulle perdite di infrastrutture strategiche ma ormai obsolete.

Tanta acqua dalla Basilicata alla Puglia, c'è un però: stando alle informazioni reperite in quel di Via Verrastro la Puglia avrebbe debiti per circa 80 milioni con la Regione Basilicata maturati dal lontano 2002 e mai riscossi dai precedenti inquilini del Palazzo della Giunta regionale. La Regione Puglia, ad oggi, dovrebbe saldare il proprio debito e lo stesso Bardi avrebbe già fatto capire ai vertici della Regione Puglia che senza un accordo ci sarebbe il taglio delle forniture per uso irriguo con un conseguente danno per le imprese agricole pugliesi. Ci sarebbero importanti crediti lucani certificati dai vari consorzi pugliesi ma non ancora riconosciuti dalla Regione Puglia. L'assessore regionale all'Ambiente, Cosimo Latronico, è a lavoro per trovare una soluzione e giungere ad un accordo con l'assessore alle Acque della Regione Puglia che possa finalmente soddisfare le esigenze della Regione Basilicata.

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