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Reportage/3

Viaggio lungo le coste della Campania e della Grande Lucania e del loro sogno del mare d'inverno. Furore

Viaggio lungo go le coste della Campania e della Grande Lucania e del loro sogno del mare d'inverno. Furore

Furore il fiordo dai molti comuni
In estate le foto di Furore, il fiordo che rende internazionale la geografia della Costiera Amalfitana all'istante, sono in ogni dove, facendo diventare il fiordo, in virtù delle foto, patrimonio di tutti, al punto che tutti credono che davvero quel posto lì sia meraviglioso, e che la sua meraviglia diventata collettiva basti e avanzi per mantenerlo in vita e per essere pervasi dalla sua bellezza.
Sarà vero o le foto riducono la realtà a semplice appendice deformata? Un'appendice utile per cristallizzare situazioni, al punto che non è poi rilevante se la foto e la realtà sono distanti.
Le foto hanno convinto chiunque del contrario.


I tre Comuni e il Genio civile


I paesi della Costiera e quelli arroccati sui Monti Lattari, e che per questa ragione guardano la Costiera dell'alto, girano a velocità differenti, la mancanza di depuratori fa il resto, se poi un fiordo deve essere gestito da tre Comuni il quadro è completo.
Tutto questo basta e avanza per comprendere quale sia la tragica situazione in cui versa Furore, che per la gestione del fiordo deve chiedere lumi ad Agerola e a Conca dei Marini. Ma se Conca dei Marini, viste le ridotte dimensioni, come Furore, è votata al turismo, Agerola che trae dalla produzione e dalla lavorazione del latte le proprie risorse economiche, fa confluire i prodotti di scarto della lavorazione del latte, il siero, nel fiume che scarica dritto dritto a Furore. E Furore che dei tre comuni è quello più votato all'eternità, in quanto fiordo e perciò stesso originale e unico visto che è a Sud del mondo e non a Nord come dovrebbe generalmente essere in caso di fiordi, soccombe sotto il peso degli altri due.
A Furore la pulizia delle acque è perciò essenziale più che altrove, sempre perché la realtà del fiordo concorre con la realtà della cartolina, un abbraccio mortale che paralizza, quanto il suo essere accorpato ad Agerola, a Conca dei Marini, e anche al Genio Civile che adesso è diventato il referente per il comune di Furore.
In questo enorme pasticcio che si è creato, e che non sembra destinato alla risoluzione, l’estate ci mette anche il suo di carico.
Le foto del fiordo fanno il giro del mondo e il mondo tutto si riversa lì, il mondo con il suo cumulo di sporcizia, sporcizia che intercetta anche la mancanza di bagni chimici del fiordo.
Se sono tre i comuni deputati alla sua manutenzione chi dei tre dovrà occuparsi di rendere il fiordo accogliente, e non solo bello, per chi al fiordo arriva?
Misteri della fede, diversamente non è possibile definirli.
La Regione Campania nel mentre cosa fa? Investe in pubblicità e quindi continua a fare girare cartoline dei luoghi e alla bisogna fa passerella elettorale.
Fine del discorso.
I pomeriggi in barca, per il fiordo, a pesca di totani, sono un ricordo lontanissimo, come è un ricordo lontanissimo il piacere di bere l'acqua direttamente dal fiordo.


La morte della bellezza

La maledizione del mare è talmente parte dei luoghi che non si sa se serva la rabbia o la rassegnazione per affrontare il quotidiano e la sua manutenzione, da qui l'esigenza di atti capaci di preservare i luoghi, e non solo atti capaci di svuotare i luoghi di senso, accorpandoli per giustificare politiche economiche totalmente slegate dalla realtà, tanto più che la vocazione antica del mare, quella di fare da cloaca a cielo aperto, oggi è il problema più serio da risolvere.
Gli allevamenti di animali presenti sia ad Agerola, sia nella Piana del Sele, sia nel casertano producono un'enorme quantità di siero da smaltire, ma i costi di smaltimento sono troppo alti e quindi è più comodo sversare in mare.
Prendendo atto che comunque si continuerà a sversare in mare, non sarebbe il caso di pensare, seriamente, agli impianti di depurazione, e a un sistema fognario adeguato perché i condoni senza le infrastrutture non servono a nulla, tanto più che operando in tal senso, attraverso l'ammodernamento, e la costruzione di depuratori e fogne, pure gli sversamenti illeciti, non assolutamente eliminabili, sarebbero assorbiti.
Il problema come sempre è credere che si debba operare con giustizia, e invece è il buon senso quello che aiuta a operare per il meglio, e il buon senso ci dice che paralizzare burocraticamente un fiordo è l'anticamera della morte della giustizia e della bellezza.
Per cominciare servirebbe non postare più foto del fiordo, e nel caso ci si volesse recare servirebbe inondare il server della Regione Campania di domande e foto più realistiche, ogni santo giorno, perché il bello di quando si inizia a guardare oltre le foto è quello che si smette di essere a favore o contro, e si inizia a occuparsi seriamente della realtà, realtà che bella non lo è mai, tanto più che il principio regolatore dell'universo è il caos, e più che dare al caos un'impronta accettabile non si può.
Resta sempre da porsi la famosa domanda, da quando questo viaggio per le coste della Campania è iniziato, ma il mare i campani lo vedono oppure no?
Accanto a questo c’è la mobilitazione per la costruzione della condotta sottomarina di Maiori, condotta nella quale dovrebbero confluire gli scarichi urbani dei comuni di Atrani, Ravello, Minori, Maiori.
Se ne verrà a capo ? Nel mentre anche Ausino, il consorzio dei servizi idrici integrati, tace.

( 3 – continua )

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