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Con i soliti ed evidenti limiti il Pd lucano prova a salire sul carro della Sardegna

Con i soliti ed evidenti limiti il Pd lucano prova a salire sul carro della Sardegna

Sardegna e Basilicata sono due mondi totalmente differenti, in primis la legge elettorale sarda consente il voto disgiunto e proprio questo strumento quasi sicuramente ha impallinato il candidato del centrodestra Truzzu. Il campo largo di Todde è diventato un campo larghissimo con una buona fetta di franchi tiratori del centrodestra. Una piccola ma indispensabile dote di preferenze garantita dal voto disgiunto ha permesso a Todde di imporsi all'ultima curva con una vittoria che certamente schiacciante non è ed uno zero virgola che ha il retrogusto della beffa. In secondo luogo il pasticcio su Solinas e la virata verso Truzzu, sindaco di Cagliari che non spicca tra i più amati d'Italia come certificato dal Sole 24 Ore e che certamente non era una prima scelta, con il braccio di ferro tra Lega e Fratelli d'Italia non ha giovato a nessuno, se non agli avversari. Terza ed ultima valutazione: la 55enne Alessandra Todde è stata vicepresidente del Movimento 5 Stelle, un nome di peso, un profilo autorevole sostenuta anche dall’Alleanza Verdi-Sinistra e dal Partito Democratico. Durante il Conte Bis era stata sottosegretario allo Sviluppo economico, mentre con Draghi, nel famoso governo dei migliori, era diventata viceministro nello stesso dicastero. Le così dette forze progressiste lucane, Pd e M5s, sono in grado di esprimere un nome di pari livello? Può essere proposto un campo largo guidato da una figura alla Todde? Ad oggi sono molti gli interrogativi, figli di correnti e guerre interne, con Chiorazzo, re delle coop bianche, che scalda il cuore di pochi o pochissimi. Il Pd lucano, intanto, con una segreteria debole e in piena crisi d'identità e con evidenti limiti, prova a salire sul carro sardo. "La vittoria alle elezioni regionali in Sardegna è una bella notizia. Vinciamo grazie ad un centrosinistra credibile che quando coinvolge il civismo è competitivo e vincente". Dice il capogruppo del Pd nel Consiglio regionale della Basilicata, Roberto Cifarelli. "Il centrodestra della propaganda è battibile com'è accaduto in Sardegna: i cittadini hanno considerato la proposta politica di un centrosinistra unito - ha aggiunto - come la giusta risposta alla destra del malgoverno. Il Partito Democratico, primo partito in questa tornata elettorale, è il perno di un'alleanza che per molti versi si può e si deve proporre anche in Basilicata. Ha vinto una persona che è stata in grado di mettere insieme istanze popolari, società civile e partiti, sostenuta con convinzione dal gruppo dirigente del Pd e del M5s capaci di farsi carico delle novità che la società civile ha proposto". Secondo Cifarelli, ''con una coalizione larga si comporrebbe un campo competitivo che sicuramente in Basilicata darebbe la spallata decisiva al Presidente Bardi ed al centrodestra delle chiacchiere, capaci solo di mance e propaganda". Il prossimo appuntamento elettorale in Abruzzo del 10 marzo (dove cerca il bis il meloniano Marco Marsilio, profilo non paragonabile a Solinas o Truzzu, e dove i tre leader sono attesi il 5) potrà certificare un eventuale effetto domino della Sardegna. Il 21-22 aprile le urne si apriranno per i lucani. Forza Italia punta alla conferma di Vito Bardi ("Il candidato sarà lui, sono assolutamente convinto", dice a più riprese da settimane il ministro Tajani, seguito a ruota dall'altra ministra azzurra Casellati) ma la partita non è del tutto chiusa, almeno in via ufficiale il nome del candidato presidente, anche per il centrodestra, non è ancora nero su bianco.

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