il caso
11.12.2022 - 20:01
Panzeri e Speranza
L'indagine in corso sulla presunta corruzione posta in essere dal Qatar entra nelle stanze del potere di 3 continenti (non a caso la Lega di Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e Trasporti, vicepremier ha chiesto subito “Una commissione d’inchiesta a Bruxelles e la convocazione del Copasir”) e crea non poco imbarazzo nel centrosinistra. Riguarda proprio quei diritti, da sempre vessillo di una sinistra post comunista, ormai senza anima, che alle fabbriche preferisce banche e Cda e che "ad orologeria" li sventola, talvolta con poca convinzione specialmente nella base, come arma contro gli avversari politici. C'è l'autogol sulla presunta “superiorità morale”. Pier Antonio Panzeri è l’ex eurodeputato Dem poi passato tra le fila dello zero virgola di Articolo Uno con gli amici Roberto Speranza e Massimo D’Alema. Nell’ottobre del 2011 Panzeri è co-presidente della commissione parlamentare mista Ue - Marocco e presidente della “Delegazione Maghreb” del Parlamento Ue, postazione privilegiata per essere ritenuto - almeno sulla carta - un validissimo portatore di interessi. Curriculum di tutto rispetto: per sette anni è stato nel mirino dell’Olaf, ovvero l’ufficio antifrode che vigila sul bilancio dell’Unione europea. L’Olaf, infatti, in un rapporto inviato al Parlamento europeo contestò a Panzeri l’uso illegittimo delle risorse economiche relative all’indennità di assistenza parlamentare
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