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Asse rossa, Amendola sta con Bonaccini: "Ha retto l'urto della destra". Ma l'Emilia non è l'Italia

"Voto Bonaccini perché vedo in lui la determinazione e la vocazione che ci ha portato a vincere in tante comunità, sapendo coniugare visione di progresso e soluzioni pragmatiche, senza mai perdere di vista i bisogni dei cittadini. Ha dimostrato di saper reggere l'urto dei populisti e della destra e mi lega la stima di una comune storia di militanza". Dice il napoletano Enzo Amendola, deputato eletto in Basilicata tra le fila del Pd . I nativi comunisti, con l'odierna casacca Dem, sono tornati?

Asse rossa, Amendola sta con Bonaccini: "Ha retto l'urto della destra". Ma l'Emilia non è l'Italia

da sinistra Amendola e Bonaccini

Endorsement tutto rosso, al sapore di Pci. Amendola lancia il governatore dell'Emilia Romagna per lo sprint finale verso la segreteria. Bonaccini ha saputo reggere ma non era un'impresa impossibile - nella regione simbolo della sinistra e definita la "più rossa d'Italia" o "Provincia sovietica" di cui parlavano Ferretti e Zamboni - l'urto della destra, o meglio del centrodestra guidato alle ultime elezioni regionali da una non irresistibile Lucia Borgonzoni, totalmente oscurata da Matteo Salvini e candidata presidente in quota Lega. Ha retto il peso dell'appena nato governo Conte Bis a trazione Pd e M5s ed ha evitato una figuraccia ai suoi come quella di alcune settimane prima alle elezioni regionali in Umbria, altra ex storica roccaforte di centrosinistra. L'Emilia Romagna, però, non rappresenta il Paese nella sua interezza ed FdI, sondaggi alla mano, ha doppiato il Pd nel gradimento elettorale degli italiani. Alle ultime elezioni regionali, inoltre, analizzando numeri e percentuali fu evidente la grande discrepanza tra il voto al presidente e voto di lista: quasi 8 punti tra Bonaccini e Borgonzoni, ma soltanto meno di 3 punti tra le liste di centrosinistra e quelle di centrodestra. Fece molto discutere, inoltre, la distanza tracciata da Bonaccini verso il suo partito, riducendo al massimo le comparsate di Zinga, Speranza e soci e la scelta di togliere dai manifesti e dal materiale di propaganda elettorale il simbolo del Pd, non solo: furono "ripuliti" anche i profili social del governatore all'epoca uscente. E poi: come dimenticare le sardine e il relativo circo mediatico?

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