Omicidio Gesualdo: nessun esame dello stub nella notte
Lorenzo Gesulado era sposato con 5 figli, autotrasportatore per conto di terzi e proprietario di due tir. Ieri pomeriggio era uscito di casa verso le 17,30. Non aveva portato con sé il telefono cellulare e si era intrattenuto con alcuni conoscenti, come sua consuetudine, nelle vicinanza della chiesa del “cappellone delle croci”, rione Sant'Anna. Poi verso le 19,30 si era rimesso alla guida della sua Fiat Panda bianca vecchio modello ed aveva imboccato la direzione di casa
L'inseguimento è durato circa cento metri, fino a quando, ormai privo di vita, Gesualdo si è accasciato sul sedile lato passeggero, non prima di aver tamponato un auto in sosta. L'uomo era scampato ad un altro agguato mortale avvenuto lo scorso 6 aprile in Via Pelosi, nei pressi della sua abitazione. In quella circostanza venne ferito al polpaccio e lui stesso si recò in ospedale per farsi medicare. Gambizzato con una 7,65 stessa pistola utilizzata nell'agguato mortale di ieri. Ottenne una prognosi di 20 giorni ma dopo poco meno di una settimana abbandonò il ricovero. Non fornì grande collaborazione agli inquirenti; si limitò a dire che probabilmente i suoi aggressori avevano sbagliato persona e che lui non sapeva darsi una spiegazione logica al ferimento. Ma, secondo gli investigatori, si era trattato di un mero avvertimento che Gesualdo non ha voluto o saputo cogliere
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