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L'analisi

Da "Zia monica" a Episcopo, a Martina Criscio: perché a Foggia per fare la rivoluzione ci vogliono le donne

A Foggia sono le donne che hanno segnato la storia. Con l'introduzione del suffragio universale, cioè del voto concesso alle donne, Foggia fu la prima città a candidare alle elezioni comunali del 1946 ben tre rappresentanti del gentil sesso: Anna Matera Di Lauro, eletta tra le fila del Partito Socialista; Emilia Da Lima, tra quelle del Partito Comunista ed infine Antonietta Acquaviva, democristiana.

Da "Zia monica" a Episcopo, a Martina Criscio: perché a Foggia per fare la rivoluzione ci vogliono le donne

Il 28 aprile 1898 Filomena Cicchetti, chiamata "Zia monica" guida la rivolta popolare della fame incendiando la sede del Comune (la storia è raccontata in un interessantissimo libro di Raffaele De Seneen, che trovate qui ). Esattamente 125 anni dopo la città elegge, per la prima volta nella sua storia, un sindaco donna: Maria Aida Episcopo, la cui giunta municipale è composta da un vicesindaco donna (Aprile) e per la metà da donne. Anche il presidente del Consiglio comunale eletta dai consiglieri è una donna (Lia Azzarone, Pd) e pure il vice presidente è donna (Concetta Soragnese, Fratelli d'Italia). La portabandiera della scherma italiana alle Olimpiadi di Parigi 2024 è una donna: la campionessa olimpionica foggiana Martina Criscio. Insomma, a segnare il vero cambiamento nella storia di Foggia sono, di fatti, le donne.

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