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Keyword:kabul

A dodici anni da quel saluto che ha commosso il Paese intero, ha avuto un senso morire per Kabul?

Giovanni Gioioso

A dodici anni da quel saluto che ha commosso il Paese intero, ha avuto un senso morire per Kabul?

Sono trascorsi 12 anni dai funerali di Stato dei sei parà della Folgore caduti a Kabul e guidati dal tenente Antonio Fortunato, originario di Tramutola (Pz), che prese già parte alle missioni in Bosnia e in Libano. Dal Presidente Napolitano, al Presidente emerito Scalfaro, dal premier Berlusconi ai presidenti di Camera e Senato, Fini e Schifani, ai ministri Tremonti, Frattini, Alfano e La Russa, ai vertici militari alla delegazione dei familiari delle vittime di Nassirya

Ricorre oggi, 21 settembre, la "Giornata internazionale della pace", istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, tramite la risoluzione numero 36/67 del 30 novembre 1981: la polveriera afghana è al centro del dibattito internazionale e i rischi di un Afghanistan profondamente instabile ...

Oggi, 17 settembre 2009, a Kabul il sacrificio di 6 militari italiani guidati dal tenente lucano Antonio Fortunato

Leonardo Pisani

Almanacco

Oggi, 17 settembre 2009, a Kabul il sacrificio di 6 militari italiani guidati dal tenente lucano Antonio Fortunato

Un'auto kamikaze si lanciò contro i due blindati Lince con circa 150 kg di esplosivo, un massacro : morirono anche 20 civili afgani; oltre 60 i feriti. Al comando del contingente proprio Antonio Fortunato, nato a Lagonegro (Pz): aveva 35 anni

«Ufficiale della Brigata paracadutisti “Folgore” dalle straordinarie qualità morali e professionali, comandato in missione di pace in terra afghana, nell’ambito dell’operazione ISAF, ha contribuito costantemente, con perizia e assoluta dedizione, al conseguimento degli obiettivi della missione. ...

Qui "kabul", il paese dei monti dauni lost in the wind

Mariantonietta Ippolito

I pensieri dell'Altrove

Qui "kabul", il paese dei monti dauni lost in the wind

Il rischio e la certezza di questi paesi è che non esiste alcuna forma certa di politiche sociali che trattengano, piuttosto che far andare, che i luoghi sono pieni di un disamore che non chiede di essere curato, pronto ad una eutanasia veloce, senza troppe facce e mani colpevoli.

A 'Kabul' c'è sempre vento e c'è sempre l'aria livida della guerriglia. Quando apri la porta la mattina e dai le spalle ai muri per andare nello sbattimento ventilato, ti prende un momento di spavento prima di sapere che forse oggi non ci sarà nessun morto o nessun funerale, che le ferite ...

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