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La leggenda narra che ogni 4 dicembre appare l'impronta insanguinata di Laura

L'amaro caso della baronessa di Carini

Un delitto avvenuto nel 1563, impunito come quello di Isabella Morra

L'amaro caso della baronessa di Carini

Lu primu corpu la donna cadiu,

l'appressu corpu la donna muriu.

Nu corpu a lu cori, nu corpu 'ntra li rini,

povira Barunissa di Carini. »

 Era la voce di Gigi Proietti a cantare in siciliano “l’amaro caso” della giovane Laura uccisa assieme al suo amante Ludovico dal padre ed ancora gira la voce che nel castello normanno di Carini di notte si aggiri la sua  presenza ultraterrena, il  fantasma che piange ancora per la triste sorte che ebbe secoli addietro; la leggenda popolare narra  che il 4 dicembre appare anche la sua impronta, il segno della  mano sporca di sangue della giovanissima donna; Laura o Laurea Lanza Baronessa di Carini; uccisa dal padre e dal marito perché infedele. L’episodio delittuoso risale al 4 dicembre 1563 quando la Sicilia era vicereame di sua Maestà Cattolica Filippo II di Spagna e rimase impunito come l'mocidio di Isabella Morra avvenuto un ventennio prima a Favale, l'odierna Valsinni. 

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