L'operazione di Polizia e Finanzieri oggi all'alba
20.11.2019 - 12:46
Tra i destinatari del provvedimento restrittivo, nove sono appartenenti a due distinte organizzazioni criminali dell'area garganica: il ''clan Li Bergolis'' di Monte Sant'Angelo oggi capeggiato da Enzo Miucci (36 anni), detto ''u criatur'', e il clan di Lucera Bayan-Papa-Ricci il cui elemento di spicco è Alfredo Papa, 61 anni. Arrestate anche due persone ritenute vicine alla ''ndrina'' calabrese facente capo alle famiglie ''Pesce-Bellocco'' operanti a Rosarno (Reggio Calabria) e Torino
'Friends': e' questo il nome dell'operazione che polizia e Guardia di finanza hanno condotto alle prime ore dell'alba di oggi in provincia di Foggia, soprattutto sul Gargano. Sono stati arrestati i vertici dei clan Li Bergolis e Papa e accertati rapporti con 'ndrine calabresi e gruppi camorristici, gli agenti della Polizia di Stato della Squadra Mobile di Foggia e i finanzieri del Gico di Bari hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Bari nei confronti di 24 persone, sia in provincia di Foggia, che in altre regioni d'Italia (Calabria, Abruzzo, Molise, Lazio e Piemonte).
L'attività investigativa, diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Bari, è nata da un'altra indagine sulle pressioni esercitate dalla malavita foggiana su imprenditori locali attivi nel campo della trasformazione di prodotti agricoli, affinché assumessero alle loro dipendenze pregiudicati dediti a spacciare stupefacenti ad assuntori sulla piazza di Foggia, i quali a loro volta si rifornivano della sostanza da Lucera. Così è stata posta l'attenzione sul florido traffico di sostanze stupefacenti.
Tra i destinatari del provvedimento restrittivo, nove sono appartenenti a due distinte organizzazioni criminali dell'area garganica: il ''clan Li Bergolis'' di Monte Sant'Angelo oggi capeggiato da Enzo Miucci (36 anni), detto ''u criatur'', e il clan di Lucera Bayan-Papa-Ricci il cui elemento di spicco è Alfredo Papa, 61 anni. Arrestate anche due persone ritenute vicine alla ''ndrina'' calabrese facente capo alle famiglie ''Pesce-Bellocco'' operanti a Rosarno (Reggio Calabria) e Torino, i quali erano in stretti rapporti di affari con l'organizzazione criminale di Monte Sant'Angelo per la compravendita di partite di droga e la fornitura di armi. Sono stati arrestati anche 13 clienti-pusher dei gruppi criminali di Monte Sant'Angelo e Lucera, impegnati a collocare lo stupefacente periodicamente acquistato dai garganici e dai lucerini in vari Comuni dell'Italia centro-meridionale.
Le investigazioni (intercettazioni telefoniche e ambientali attività di osservazione, controllo e pedinamento svolte in contesti territoriali proibitivi) hanno consentito di ricostruire in maniera capillare la fitta rete di pusher-clienti pugliesi, molisani e abruzzesi nei cui confronti gli esponenti del clan di Lucera smerciavano quasi quotidianamente significative quantità di sostanze stupefacenti di vario genere. Sono stati accertati approvvigionamenti di sostanze stupefacenti che il clan lucerino otteneva da esponenti di un gruppo camorristico operante tra Castellammare di Stabia e Pompei, da soggetti facenti capo all'aggregato criminale riconducibile ai Li Bergolis nonché dalla malavita di Cerignola. Nel corso delle indagini sono state sequestrate pure armi e non si esclude che servissero ad affermare e consolidare la propria egemonia criminale nel territorio garganico, in cui operano più gruppi delinquenziali frammentati in continuo conflitto tra loro per la spartizione delle zone in cui esercitare le attività illecite e privi di un forte vertice aggregante.
L'operazione ha inflitto un duro colpo allo storico clan ''li Bergolis'', da anni impegnato in una sanguinosissima faida, tuttora in atto, contro la fazione facente capo ai ''Romito-Ricucci-Lombardi''. In tale contesto ambientale è avvenuto il recentissimo omicidio di Pasquale Ricucci, esponente di spicco della criminalità organizzata garganica, assassinato a colpi di fucile davanti alla sua abitazione a Macchia, frazione di Monte Sant'Angelo. Infine, grazie alle indagini degli specialisti del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza è stato possibile sottoporre a sequestro beni per due milioni di euro: dieci immobili, tre autovetture, due aziende operanti nel settore del commercio di autoveicoli e 63 rapporti finanziari.
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