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Noi del benpensante. Si vive di solo pane
Quattro ragazzi che insieme, con i loro strumenti, hanno suonato in tre continenti e condiviso il palcoscenico con alcune delle più famose band mondiali riescono a portare oltre 200 giovani in Terra Santa. Otto giorni di meraviglia, amicizia e nuove consapevolezze trascorsi in uno dei luoghi più ricchi di Storia del pianeta vengono raccontati con ironia e profondità riflessiva nelle pagine di questa graphic novel.
«Quando un cambiamento avviene in un modo sufficientemente lento, sfugge alla coscienza e non suscita nella maggior parte dei casi alcuna reazione, alcuna opposizione, alcuna rivolta». Olivier Clerc, "Storia di una ranocchia"
ù"Il Maestro Rotelli" vuole essere un omaggio ad un conterraneo artigiano del linguaggio, ad un’artista del verso che, come altri della sua generazione, scrive per dovere morale. È concepito per celebrare l’eclettismo, la mitopoiesi e soprattutto l’onestà e il coraggio di un poeta e di un uomo d’altri tempi, vissuto a Torremaggiore.
Cosa spinge una persona a scrivere del proprio paese? Senz’altro l’amore che nutre per la sua comunità dove è nato, cresciuto e continua, pur con grandi sacrifici, a vivere. Ma non è solo questo.
Che la grande festa degli italiani cominci: a Peterborough
17/09/2014And then without further ado, the Italian Festival will return for its sixth year on 20 and 21 September. New for this year are performances by a Sicilian brass band and Italian pop group, boxing demonstrations and a display of Italian cars. Also returning is a pop-up restaurant on Cathedral Square on the Saturday night. Peterborough is set to host a feast of all things Italian with the city’s two-day Italian Festival returning to Cathedral Square on Saturday 20 and Sunday 21 September 2014.
Domenico Carella
Patino era un’ala di quelle di un tempo mai passato di moda che vivevano ai confini del rettangolo; quasi una sorta di reclusi dentro una striscia piccolissima di campo, per preparare poi gli scatti, i dribbling e gli allunghi, i cross per le teste dorate di Nocera e Oltramari, di Matteo Rinaldi che avanzava ad ogni calcio d’angolo come gli capitò di fare, tra l’incredulità collettiva, a Firenze nel debutto assoluto in serie A, segnando un gol che ammutolì lo stadio.
Prezzo di vendita 20,00 €
Dettaglio prodotto
ISBN 9.788.865.721.889
Collana La nostra storia
Anno Pubblicazione 17/12/2016
Paese di pubblicazione Italy
Legatura Brossura
Dimensioni 14x21
N° Pagine 100
Tipo edizione Interamente a colori
Numero edizione I
Lingua Testo Italiano
Disponibilità Si
Spese di spedizione 0
Destinatari Tutti
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Patino era un’ala di quelle di un tempo mai passato di moda che vivevano ai confini del rettangolo; quasi una sorta di reclusi dentro una striscia piccolissima di campo, per preparare poi gli scatti, i dribbling e gli allunghi, i cross per le teste dorate di Nocera e Oltramari, di Matteo Rinaldi che avanzava ad ogni calcio d’angolo come gli capitò di fare, tra l’incredulità collettiva, a Firenze nel debutto assoluto in serie A, segnando un gol che ammutolì lo stadio.
C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e Ciccio Patino. Era, chissà se lo ricorda ancora, mio fratello Beppe che ne imitava per strada i dribbling secchi, tentando di volare sul marciapiede di via Pesola come il suo idolo faceva lungo la pista d’atletica dello Zaccheria. Cominciò allora, in quegli anni teneri e indimenticabili, la nostra, mia e di mio fratello, passione per
il Foggia, la squadra di calcio che cominciava la sua scalata verso vette inesplorate. Patino era l’idolo di mio fratello e per questo motivo cominciò a diventare quasi uno di famiglia a casa nostra: perché lui voleva la maglia numero 11, come appunto quella indossata dal capitano di cento vittorie; perché ne imitava le finte durante le sfide di strada; perché lasciava crescere la stessa zazzera bionda con la inevitabile differenza che Beppe non usava la brillantina e la riga per tenere a bada i ciuffi ribelli (la pettinatura scelta da Patino). Noi fratelli Ordine amavamo quella generazione di calciatori-eroi che ci ha trascinato fino alle soglie della maturità, che ci ha fatto adorare la nostra città, che è riuscita a trasformare gli scomodi gradoni dello Zaccheria in una sorta di cattedrale dove andare a ‘pregare’ tutte le domeniche pomeriggio.
(Dalla prefazione di Franco Ordine)
Nella stessa collana:
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